15 Luglio 2024

La Risalita del Piave “gravel-style”

Dalle parole ai fatti: l’inedita avventura seguendo gli argini del Piave diventa realtà.

Tipo di percorso: Gravel
Durata: Un giorno
Partenza: Cortellazzo
Arrivo: Rifugio Sorgenti del Piave
Località toccate:
Cortellazzo, Jesolo, Musile di Piave, Maserada sul Piave, Nervesa della Battaglia, Crocetta del Montello, Vas, Lentiai, Mel, Belluno, Ponte nelle Alpi, Longarone, Pieve di Cadore, Domegge di Cadore, Auronzo di Cadore, Danta, Santo Stefano di Cadore, Sappada, Cima Sappada 

★★☆☆☆

Km: 250
Dislivello: +3400

Quando è meglio affrontarlo: inizio estate (per la temperatura e per le ore di luce)
Pneumatici utilizzati: 700X45 e 29X2.35
Tipologia di bici consigliata: Gravel – MTB

Descrizione del percorso

La pausa caffè di un gravellista in ufficio è una delle occasioni migliori per fantasticare, assieme ad altri appassionati, su nuovi viaggi e avventure che, se presentano anche una minima possibilità di successo, possono trasformarsi in veri e propri progetti.

È il caso del percorso che vi presentiamo oggi, un’idea nata come tante altre, che ci ha portati a percorrere a ritroso il corso del fiume Piave privilegiando, ove possibile, strade secondarie, piste ciclabili, gli argini e i single track che corrono a pochi metri dall’acqua. Per aggiungere ulteriore challenge all’avventura, abbiamo deciso di partire di pomeriggio, in modo da pedalare anche di notte e giungere a destinazione entro ventiquattro ore dalla partenza.

I mezzi a nostra disposizione erano una Cinelli Hobootleg Geo e una MTB Cannondale Carbon con cerchi e gomme da gravel (700×45). Eravamo, quindi, pronti ad affrontare percorsi anche piuttosto dissestati, ma senza rinunciare al comfort di guida che sulle lunghe distanze può davvero fare la differenza.

Fu così che alle 17 scoccate di un venerdì pomeriggio, io e il mio amico e collega Filippo, abbiamo agganciato i pedali in quel di Cortellazzo (VE), dove un cartello a fondo marrone indicava che ci trovavamo esattamente alla foce del fiume Piave.

Durante il viaggio ci siamo concessi qualche veloce pausa ristoratrice, per poter mangiare e bere qualcosa e incontrare amici e parenti che lungo il percorso ci hanno dato il loro prezioso supporto morale.

L’imprevisto è ok

Non sono ovviamente mancati degli intoppi tecnici: nel primo tratto di ciclabile abbiamo trovato numerose parti di argine crollate e sentieri allagati a causa delle intense piogge dei giorni precedenti, che hanno evidentemente ingrossato la portata del fiume, con tutte le conseguenze del caso, obbligandoci a cambiare strada oppure, dove possibile, a guadare. Solamente una foratura, all’altezza di Ponte nelle Alpi, ci ha fatto perdere un po’ di tempo per la riparazione, ma tutto sommato dobbiamo ammettere di essere stati parecchio fortunati.

Piave by night

La porzione di viaggio effettuata in notturna si è rivelata particolarmente intensa. A sommarsi alla fatica, sono state le prime ore del giorno, momento in cui è possibile “apprezzare” la vera essenza naturale dei luoghi: l’odore umido dell’acqua che scorre di fianco la strada, o la sensazione di sentirsi osservati dagli animali notturni. D’altro canto, però, tutt’attorno a noi regnavano la pace e la libertà di poter pedalare senza la minaccia di altri veicoli, che di giorno affollano le nostre strade. 

Una volta giunti ad Auronzo, con più di 200 km sulle gambe e undici ore di guida, è iniziata la parte più dura del viaggio, che comprendeva la salita al Passo di Sant’Antonio (con una pendenza media maggiore dell’8%), procedendo con la salita di 15 km da Santo Stefano di Cadore fino a Cima Sappada e, infine, l’ultima fatica da Cima Sappada fino a rifugio Sorgenti del Piave, lunga quasi 9 km per un dislivello di 550 m. 

Quest’ultima salita, molto dura a causa della stanchezza che iniziava a farsi sentire e dalle nubi basse che davano un’aura mistica all’ascesa, ci ha portati alle ore 12.30 di sabato al tanto atteso rifugio. La famosa sorgente del Piave, fiume sacro alla patria era la meta conclusiva di questo nostro viaggio.

A coronamento dell’avventura, un bel piatto di tradizionale Frico, una buona birra e un po’ di relax di fronte al caminetto acceso per scaldarsi un po’ (a causa delle nubi la temperatura esterna era scesa a 6 gradi) prima della veloce discesa che ci avrebbe riportati all’auto parcheggiata a Sappada.

Il sogno irrimediabilmente svanisce: il lunedì ci troviamo di nuovo in ufficio davanti alla macchinetta del caffè, abbozzando strani viaggi mai tentati, avventure forse impossibili, ma con la consapevolezza che prima o poi l’idea giusta diventerà una nuova impresa indimenticabile.

Buona strada a tutti.

Viva!

Punti di interesse

Ossario del Montello, Longarone, Lago di Auronzo, Sappada, Rifugio Sorgenti del Piave

Suggerimenti (consigli tecnici, dove alloggiare/mangiare)

Nessuno, non abbiamo alloggiato ed eravamo autosufficienti per mangiare (snack, barrette e gel)

Nicolò Venchierutti

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