4 Ottobre 2024

Soffiare il naso pedalando: una questione un po’ scomoda

Tempo di naso che cola durante l’uscita in bici? Qualche consiglio su come liberarsene e sulla respirazione sotto sforzo.

Abbiamo ormai varcato le porte dell’autunno, e con esso riusciamo a percepire la temperatura scendere, soprattutto quando pedaliamo, perché l’aria che ci arriva addosso inizia ad essere decisamente più fredda. Per chi va in bici si presenterà una questione centrale: soffiare il naso in modo rapido e comodo. Questa necessità si presenta in maniera differente a seconda del tipo di respirazione che ciascuno decide di avere, o compie in modo del tutto naturale. Fin da piccoli, infatti, ci hanno insegnato che quando pratichiamo uno sport, soprattutto nei mesi freddi, è preferibile respirare con il naso, piuttosto che con la bocca. E questo è un validissimo consiglio, poiché le ciglia nasali all’interno delle narici costituiscono un filtro naturale per l’organismo, proteggendolo da batteri e sostanze indesiderate. Inoltre, passando dal naso, l’aria viene riscaldata e viene protetta la gola e i bronchi da infezioni aeree molto comuni, come la tosse e il raffreddore. 

Sebbene sia molto utile quando la temperatura scende al di sotto dello zero, questa tecnica di respirazione ha un grande svantaggio poiché limita la quantità d’aria che entra ed esce dai polmoni. Quando l’esercizio diventa particolarmente intenso, respirare con la bocca non è più una scelta, ma una necessità. Ne sono conferma anche gli atleti olimpici, i quali, nonostante il grande allenamento, posti sotto sforzo respirano di bocca per acquisire più aria possibile. Dunque, per gli esercizi che richiedono un’intensità moderata, vale il consiglio della respirazione dal naso, mentre se lo sforzo inizia a farsi più marcato, conviene usare la bocca.

Soffiarsi il naso: tutte le tecniche del ciclista

Dopo vari confronti con altri ciclisti, abbiamo appurato che esistono diversi metodi per liberare o asciugare il naso mentre si sta in sella:

  • la prima tecnica, banalmente, consiste nel tenere un fazzoletto di carta o di stoffa in una zona comoda e tirarlo fuori a momento debito, fermandosi anche, se c’è la possibilità;
  • il secondo modo, per il quale optano coloro che non vogliono fermarsi e perdere tempo, consiste nel tappare la narice destra con la mano destra e soffiare forte, facendo poi la medesima cosa anche con la narice sinistra. Se si sceglie per questa rapida modalità, è bene ricordarsi di osservare che dietro di noi non ci siano altre persone che stanno pedalando: sarebbe davvero orribile se ciò che abbiamo espulso arrivasse addosso a qualcun altro. 
  • Esiste, poi, un ulteriore metodo (sempre poco gradevole, ma altrettanto rapido e utilizzato) che consiste nell’espellere il muco attraverso la bocca: si dovrà quindi aspirare intensamente fino a spostare la massa verso la gola, per poi sputarla fuori. Questo metodo ha il vantaggio di poter controllare in modo più preciso la direzione di espulsione e non richiede l’uso delle mani. Inoltre, potendo utilizzare lo spazio fra una gamba e l’altra, ci si assicura di non disturbare, con regali poco graditi, chiunque si trovi dietro di noi. 

 

Noi di Gravel Magazine abbiamo testato una quarta tecnica, forse un po’ più elegante e meno invasiva. Consiste nel asciugare la gocciolina fastidiosa che continua a formarsi, soprattutto dall’autunno in poi, con il tessuto dello scaldacollo che di solito si usa per proteggersi dall’abbassamento delle temperature. Questo metodo permette di non perdere tempo a tirare fuori fazzoletti (che spesse volte finiscono a terra) e non sporcare altre persone. Rapido e funzionale, non credete?

Il freddo non è per forza un nemico

Da diversi anni si sta facendo largo il metodo di Wim Hof, personaggio meglio conosciuto come “The Iceman”. Hof è un atleta olandese noto per alcune celebri imprese al limite della sopportazione umana, fra le quali l’aver compiuto una maratona a – 20°C e aver scalato l’Everest in scarpe e pantaloni corti. 

Wim Hof sostiene che l’esposizione al freddo, unita a precise tecniche di respirazione e meditazione, aiutano il corpo a fortificarsi e, dunque, a resistere meglio alle basse temperature. Il suo metodo si ispira ad alcune pratiche di meditazione messe in atto dai monaci tibetani, in particolare al Pranayama, grazie alle quali si stimola l’aumento della temperatura corporea e al contempo si allontanano pensieri negativi. La cosa che ci ha sorpresi piacevolmente è l’idea che, per la prima volta, il freddo non viene visto come un nemico, ma come un elemento con il quale creare un rapporto e trovare una connessione. L’obiettivo è, quindi, quello di raggiungere il pieno controllo del ritmo cardiaco e dell’adrenalina.

La pratica di questa tecnica apporta svariati benefici. Tra questi:

  • l’aumento della concentrazione e dell’energia dato dalla focalizzazione sul respiro e dall’attivazione del sistema nervoso simpatico;
  • la riduzione dello stress, grazie alla concentrazione e all’attivazione del sistema immunitario;
  • il miglioramento della qualità del sonno;
  • l’aumento delle difese immunitarie grazie al rilascio di adrenalina;


nonché una rigenerazione generale dovuta all’attivazione della circolazione sanguigna e all’eliminazione rapida di scorie e l’aumento del consumo di grassi. 

Se siete curiosi e avete voglia di provare, vi lasciamo un link per seguire passo passo tecnica di Wim Hof: https://www.youtube.com/watch?v=4-YaTaIEqWI&t=17s

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