Progetto finanziato dall'Unione Europea
1 Aprile 2024

Bike like a couple

C’è sempre un modo per vivere appieno la gravel.
bike like a couple copertina

Oggi noi di Gravel Magazine vi presentiamo una coppia di ciclisti, incontrati la prima volta ad un’edizione del Bam di Mantova, che ci ha colpiti tantissimo. Si tratta di Andrea e Michela, due persone semplici e genuine che hanno deciso di fare della gravel il loro veicolo di esperienze, da condividere per crescere e migliorarsi. Ci ha stupito come, con tanta ilarità e simpatia, si descrivono e raccontano i loro viaggi.

Ci raccontate chi siete e come vi siete avvicinati al mondo del gravel?

«Dopo alcuni viaggi con bici improbabili, tra cui una vecchia MTB presa in prestito da mio fratello e una bici da città convertita contro la sua volontà in bici da viaggio, abbiamo intravisto nel mondo gravel quel compromesso che stavamo cercando: liberarci dal vincolo di decidere a priori che tipo di strada fare e lasciare libera la fantasia e la curiosità di trovare strade nuove, abbandonando l’asfalto ed immergendoci in boschi e strade sterrate che non sapevamo dove ci avrebbero condotto. La gravel bike è stata un’illuminazione! Sia per la comodità che ci ha regalato durante i lunghi viaggi estivi, che nella scoperta di nuove avventure vicino a casa».

Com’è viaggiare in coppia e condividere le fatiche che immancabilmente si verificano quando si pedala per tante ore?

«Per noi viaggiare in coppia ha sempre rappresentato la normalità, fin dall’inizio. Sia nelle uscite gravel del fine settimana che nei bikepacking estivi, pedalando fianco a fianco, troviamo quella forza che probabilmente da soli non avremmo. Non è solo una questione di sforzo fisico, anzi non lo è quasi mai. Parliamo della forza di affrontare certe avventure, vincere alcune paure, combattere quella strana ansia che ti coglie quando le incertezze prevalgono sulle certezze. L’una dà tranquillità all’altro, sapere di affrontarle insieme è la nostra forza. Poi una volta in sella alla bici tutto diventa più semplice».

Come siete arrivati a trovare un compromesso tra le esigenze maschili e femminili?

«Non troviamo che ci siano esigenze maschili ed esigenze femminili, quando siamo in viaggio siamo cicloviaggiatori e basta. Poi è normale che quando ci chiedono quale è il trucco per pedalare tante ore insieme rispondiamo sempre che è qualcosa che ha a che fare con l’empatia, la complicità e soprattutto il dialogo. Quando pedaliamo raramente capita che uno sia più avanti e l’altro più indietro: pedalare per noi è chiacchierare, scherzare e osservare quello che abbiamo attorno. Ovviamente per fare questo l’andatura deve essere calibrata con la parte della coppia meno allenata, ma ormai anche sotto questo punto di vista ci equipariamo».

Qual è la cosa più bella che vi sia capitata durante le vostre avventure? Quale, invece, un episodio che vi ha segnati negativamente e come lo avete affrontato?

«Domanda difficile. Però se dobbiamo citare quello che più ci piace quando siamo in viaggio dobbiamo per forza di cose attingere alle sensazioni che un cicloviaggio ti può regalare. Come quel senso di leggerezza che ti invade quando ti accorgi che tutte le tue necessità possono racchiudersi all’interno di poche borse legate alla bici. Oppure al piacere che si prova quando la mattina riparti e l’aria è fresca e sai che pedalerai per tutta la giornata. Ma anche il momento in cui ti rendi conto di aver raggiunto l’obiettivo, che siano gli ultimi tornanti di un leggendario passo dolomitico o la tanto desiderata Tour Eiffel che fa capolino da lontano e ti ricorda che mancano pochi chilometri alla meta. Chissà, forse siamo stati fortunati ma finora di episodi così negativi da non poterci poi ridere sù già qualche minuto dopo non ne abbiamo avuti. Sicuramente nei primi viaggi, complici lo scarso equipaggiamento e la poca esperienza, il maltempo ci spaventava, ma poi è diventato talmente una costante che ormai ci sorprendiamo quando nel corso di un viaggio per un paio di giorni non prendiamo la pioggia».

Abbiamo notato che la vostra squadra si sta allargando (vi facciamo i nostri complimenti e auguri). Come state gestendo la cosa? Abbiamo visto alcune bellissime foto di Michela con la tutina e il pancione. 

«Siamo molto felici e non vediamo l’ora che la famiglia si allarghi. Ora come ora pedaliamo un po’ meno, ma ci siamo ripromessi che questa grande novità che ci attende non dovrà cambiare il nostro modo di condividere la passione per la bici e i viaggi, tant’è che fino ad un paio di settimane fa ci ricavavamo comunque il tempo per farci la nostra pedalata del fine settimana, nonostante il pancione che ormai è bello evidente.

Tante donne pensano che la gravidanza supponga la sospensione totale da qualunque attività fisica ma se farti un giro in bici ti fa stare bene, ti libera la mente e ti dona quella sensazione di “normalità” di cui tanto hai bisogno durante la gravidanza, perchè privarsene?

Naturalmente tutto ciò va fatto con buon senso: riducendo il chilometraggio, eliminando il dislivello e privilegiando percorsi ciclabili in buono stato per pedalare in sicurezza. Dopodiché la cosa più ardua diviene trovare qualche capo ancora indossabile man mano che la pancia cresce…».

Vi siete mai sentiti giudicati dalla società per la scelta della bici? e Come avete gestito la cosa?

«All’inizio in tanti ci facevano la classica domanda “Ma siete sempre in bici?!”, come se ciò fosse qualcosa di incomprensibile. Forse proprio perché non si capacitavano di come facessimo a condividere la stessa passione o non avessero idea di cosa si provi durante un’avventura in bici, che sia un viaggio lungo mille chilometri o più semplicemente un giro sulle nostre colline.

Da questo punto di vista la nostra pagina instagram @bikelikeacouple ci ha aiutato a far percepire anche a chi ha meno dimestichezza con le due ruote che favoloso mondo ti si apre una volta che vinci la pigrizia da divano e sali in sella ad una bici».

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