Progetto finanziato dall'Unione Europea
14 Febbraio 2024

G.Round: “A.b.a.w.” in giro per l’Italia

“All Bikes Are Welcome” questo il ruggito di G.Round, l’evento che porta gli amanti delle due ruote a scoprire l’Italia attraverso percorsi che solo i locals conoscono. Prossimo appuntamento il 24 febbraio a Roma.

Perdersi in pedalate lente, circondati da paesaggi che non si conoscevano, uniti da “All bikes are welcome” (Abaw), il motto che riecheggia negli eventi di G.Round. Sebbene sia un appuntamento concepito per il gravel, infatti, tutte le bici (o quasi) sono le benvenute. G.Round non vuol chiudersi nella sua cerchia, ha uno spirito accogliente, vuole essere un incontro di diversi mondi che in comune hanno l’amore per la bicicletta, qualsiasi tipo essa sia (basta che sia in grado di correre sullo sterrato). Ma non è tutto, la libertà che si respira in G.Round non riguarda solo il mezzo, ma anche le persone: «Nella nostra esperienza, ci siamo accorti che ogni volta che si crea un gruppo che segue una determinata disciplina, si tende a chiudere tra di loro – spiega Gabriele di BBT Firenze, uno degli organizzatori di G.Round – Da noi tutti possono partecipare, non siamo esclusivi e lo si vede anche dalla scelta dei nostri percorsi: vogliamo che a partecipare siano uomini, donne, giovani, comunità intere che si avvicinano al mondo bici»

G.Round è una pedalata collettiva che si svolge di volta in volta in città diverse. Dopo i successi delle tappe di Terre Tagliamento, Torino e Firenze, il 24 febbraio sarà la volta di Roma. A chiudere questa edizione di G.Round, iniziata il 23 settembre, ci sarà, invece, la tappa di Milano prevista per il 23 marzo. Un evento libero e non competitivo dall’alba al tramonto, aperto a tutti, e con tante sorprese da scoprire.

Un evento di tutti e per tutti

BBP Gravel Firenze non è l’unico organizzatore, ma, al contrario, fa parte di un collettivo di associazioni che provengono da diverse parti d’Italia. Si tratta di gruppi di amici che, per lavoro, organizzano eventi in bicicletta nelle loro città. «L’idea è nata subito dopo il secondo lockdown da noi di BPT Firenze e Graveloo di Roma, questo perché non ci vedevamo dai tempi della pandemia di Covid e volevamo ricominciare a pedalare insieme». Un momento di ritrovo tra amici che condividono l’amore per la scoperta e le due ruote, si è trasformato da lì a poco in un vero e proprio evento che dà la possibilità ai partecipanti di pedalare in città conosciute, ma in percorsi che solo i locals conoscono. Ecco perché ogni tappa G.Round ha degli host sempre diversi. Gli host sono gruppi, come Graveloo di Roma, che pedalano nella loro città da anni e che disegnano e tracciano percorsi particolari, in territori meno “mainstream”. Tra tutti i loro itinerari, due saranno a disposizione dei partecipanti delle tappe di G.Round. Anche le tracce abbracciano la filosofia di accogliere tutti quanti senza distinzioni. Infatti, ci saranno: 

  • un percorso medio (compreso tra i 45 km e i 60 km)
  • un percorso lungo (tra i 60 km e i 90 km).

Effetto Sorpresa

Il canale di riferimento ufficiale per gli eventi G.Round è Instagram. Sulla piattaforma social, infatti, per ogni tappa ci sarà la possibilità di iscriversi e acquistare il biglietto di partecipazione attraverso un “Click day”. È proprio in questa fase che subentra una delle caratteristiche più significative di G.Round: l’effetto sorpresa. L’iscrizione avviene, infatti, senza sapere i dettagli dell’evento, come per esempio il luogo di ritrovo, informazioni che verranno svelate via mail solo qualche giorno più tardi. In questo modo si instaura fin da subito un rapporto di fiducia con gli organizzatori. «Ti fidi di noi e noi non ti deluderemo – aggiunge Gabriele – Ovviamente, per agevolare tutti quanti con i trasporti e gli alloggi la location di ritrovo sarà sempre vicino alle stazione dei treni. Le tracce dei due percorsi vengono svelate solo 72 ore prima: conoscendo il format G.Round, i partecipanti sanno già cos’è, ma non sanno dov’è. A noi piace tanto l’effetto sorpresa. Nei percorsi di Roma possiamo dire che si incontreranno diversi punti sconosciuti intorno alla Capitale, non ci sarà tanto dislivello quanto piuttosto degli spot qua e là per la città davvero molto belli da vedere. Per ogni G.Round ci vuole anche un po’ di sana pazzia: a Milano ad esempio si troveranno dei percorsi e dei guadi molto tecnici dove è necessario mettere in campo un po’ di fantasia e inventiva per farli»

Ogni evento dura un giorno ed è aperto a 200, massimo 300 persone, al fine di gestire tutto al meglio.

Fare “meta” con la gravel

Al termine di ogni tappa ci sarà una sorta di “terzo tempo” in stile rugbistico. Il rugby, sport a cui gli organizzatori sono molto legati, si unisce alla filosofia gravel. Ecco che la condivisione e la scoperta di luoghi nuovi fa nascere legami di amicizia che, spesso, si mantengono vivi durante le tappe G.Round e non solo. «La parte di festa finale è, insieme ai percorsi, ciò a cui siamo più legati. Proveniamo dal mondo del rugby e quindi il famoso “terzo tempo” è un momento di condivisione importantissimo ed è solitamente gestito da chi fa il ristoro – spiega Gabriele – Proprio sul ristoro vorrei chiarire delle cose. Purtroppo non riusciamo sempre ad inserire un “ristoro volante” nelle tappe di G.Round. Per eventi di questo tipo abbiamo bisogno di permessi e sono difficili da trovare. A Roma non ci sarà il ristoro volante, ma verrà tutto rimandato alla fine. Solitamente, i nostri piatti “must” sono la pappa al pomodoro e la ribollita. Il nostro punto ristoro è formato da un gazebo, anche questo messo in un posto sconosciuto ai partecipanti per creare il nostro classico effetto a sorpresa».

L’unione fa (anche) risparmiare

Ad oggi, l’organizzazione di G.Round conta ben 12 gruppi. Tra questi, una parte è composta  dagli “host”, di cui abbiamo già parlato, e l’altra da negozi di gravel o realtà specializzate nel mondo delle biciclette. L’apporto di queste attività è fondamentale per la riuscita delle tappe. Infatti, i negozi si mettono a totale disposizione di G.Round, non appaiono come sponsor, ma aiutano concretamente nell’organizzazione, dalla comunicazione al ristoro. Tutto questo si riversa positivamente nella quota d’iscrizione di ogni partecipante, il quale dovrà versare un prezzo molto basso. «Il costo dell’iscrizione è basso perché vogliamo permettere anche agli under 35 di potersi fare un weekend lontano da casa facendo ciò che amano , pedalare. Noi, come organizzazione, rientriamo nelle spese e siamo contenti così – conclude Gabriele – I negozi non sono sponsor, ma si mettono in gioco nell’organizzazione dell’evento, ed è anche grazie a loro che il biglietto ha questo costo».

Riccardo Magagna
Credit foto: Francesco Nardi 

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