5 Agosto 2024

20k Ultratrail: la gravel tocca quota 3000 metri

Si è conclusa il 2 agosto l’ottava edizione del 20k Ultratrail. Scopriamo com’è andata.
20k Ultratrail

Il 20k Ultratrail è dal 2015 uno degli eventi unsupported più duri del Vecchio continente. Una vera e propria guerra contro la fatica, il meteo e soprattutto il tempo. Infatti, anche per questa ottava edizione, il limite per concludere i 1000 km, conditi da quasi 25.000 m di dislivello, era di 7 giorni. Quest’anno i partecipanti sono partiti il 26 luglio da San Secondo di Pinerolo (TO) e non più da Pinerolo, come avveniva negli anni precedenti. Il primo “finisher” dell’edizione 2024 è stato Silvio Raviola che ha concluso la sua quarta partecipazione al 20k, in 4 giorni, 18 ore e 8 minuti. L’ottavo compleanno del 20k ha portato alcuni cambiamenti al percorso, tra tutti il raggiungimento del Sommelier a quota 3000 metri di altitudine. Invariato, invece, il passaggio per le tre storiche strade alpine militari: il Colle delle Finestre, la strada dell’Assietta, la Via del Sale e l’Altopiano della Gardetta. Queste sono anche le tappe fisse, presenti in ogni edizione del 20k. Al traguardo sono giunti 22 gravellisti, 12 invece si sono ritirati. Uno dei partecipanti, purtroppo, è stato recuperato con l’elisoccorso dopo aver subito la frattura della caviglia sul Passo della Cavalla. Questo intervento è stato possibile grazie allo spot satellitare: lo sfortunato gravellista si trovava, al momento dell’infortunio, in una zona remota dove non prendeva il telefono, ma attraverso lo spot è riuscito a inviare un SOS agli organizzatori che hanno prontamente allertato i soccorsi.

20K, “Ti amo 3000”

Effettivamente completare il 20k è un’impresa (quasi) da Iron Man. Siamo convinti, infatti, che se la gravel di Tony Stark avesse percorso il tracciato dell’ottava edizione dell’Ultratrail avrebbe esclamato alla fine “20k, ti amo 3000”. Infatti, una delle novità di quest’anno è stato il raggiungimento dei 3000 m del Colle del Sommelier, con tappa intermedia al Rifugio Scarfiotti, checkpoint prima di arrivare in cima. 

Ma non è finita qui. Rispetto agli anni precedenti i partecipanti hanno percorso il Col della Scala al posto di Col de Tures, una scelta fatta dell’organizzatore Andrea Collino per rendere la traccia più pedalabile. Anche per questa edizione le ruote delle gravel hanno attraversato il gruppo dell’Oronaye, situato lungo la linea di confine tra Italia e Francia, sulle Alpi Cozie: un percorso ciclo-alpinistico che ha portato i partecipanti in Francia. Qui non si è potuto affrontare il Parpaillon a causa di una chiusura, si è optato per passare per una variante sul Col de Vars. Come l’anno scorso le ruote delle gravel hanno attraversato il Col de Valbelle e il Col des Ayes, ma non l’Izoard. 

I primi giorni sono stati caratterizzati da un clima quasi insopportabile. «Continua il caldo oppressivo – hanno scritto il secondo giorno gli organizzatori sulla pagina facebook del 20k –. Anche ad alta quota il sole brucia e molti accusano il calore estremo, sia in pianura quanto in alta quota nelle ore centrali della giornata. Molti oggi hanno affrontato la via del sale ed un bel gruppo sta salendo all’altopiano della Gardetta».

Lo avevamo già anticipato all’inizio: il 20k è una vera e propria battaglia anche contro le condizione metereologiche. Ma nonostante il caldo e la fatica i gravellisti sono stati premiati dai paesaggi mozzafiato che il percorso ha offerto loro.

La genesi dell’evento

Il 20K Ultratrail nasce dall’esperienza del suo organizzatore, Andrea Collino. Nel 2015, Collino partecipò alla Transcontinental Race, una delle competizioni ciclistiche ultra più impegnative d’Europa. Quell’anno, la gara copriva 4200 km con 35.000 m di dislivello, partendo da Geraardsbergen in Belgio e arrivando a Istanbul, in Turchia. Una particolarità di quell’edizione fu il passaggio sulla Strada dell’Assietta, un tratto alpino che mise in difficoltà molti partecipanti, poiché utilizzavano biciclette da corsa. «Conoscendo l’Assietta, mi equipaggiai con una bici in acciaio e gomme da 28 mm», racconta Andrea. Questo gli permise di completare la gara. All’arrivo in Turchia, chiese agli altri finisher quale fosse stato il loro tratto preferito e tutti risposero l’Assietta. Da quel momento, Andrea iniziò a studiare le mappe e le planimetrie dei territori circostanti quella famosa strada militare. Questo lavoro portò alla creazione della prima edizione del 20K Ultratrail: 700 km con 20.000 m di dislivello. È proprio questo dato che dà il nome alla competizione, che però spesso trae in inganno i neofiti. «La prima cosa che si pensa è a una mezza maratona in montagna, ma non è così», specifica Andrea. Il 26 luglio scorso, il 20K Ultratrail ha spento la sua ottava candelina. Nel corso degli anni, l’evento è cresciuto notevolmente, tanto che nel 2022 ha preso la forma di come lo conosciamo oggi: un percorso ad anello di 1000 km con oltre 25.000 m di dislivello. Il terreno è vario: si passa dall’asfalto a strade bianche, sterrate, single track e sentieri alpini. 

Insomma, un’impresa eroica a 360°.

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