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8 Maggio 2023

A pattino o a disco: quale per la Gravel?

Dai principi di funzionamento ai consigli dell’esperto. Approfondiamo, sotto diversi profili, i due sistemi frenanti per rispondere a uno degli interrogativi ancora oggi più diffusi.

Asfalti, sterrati, sentieri, ghiaia: la Gravel si destreggia egregiamente su molti terreni. In questo articolo non parliamo, però, di stabilità e di comfort in sella. Analizziamo insieme a Emanuele Bellinazzi (Garda Gravel) l’altra faccia della medaglia: ovvero quando non si pedala, ma si frena. Tra freni a pattino e a disco, qual è la soluzione migliore? 

I freni a pattino

I freni a pattino e quelli a disco sono i due mondi contrapposti che trovano un punto d’incontro nel principio di attrito. Viene sfruttato da entrambi i sistemi, ma in maniera differente. Gli impianti a pattino lavorano a trazione. O meglio, la tensione generata dall’azionamento delle leve frenanti, viene condotta, da un filo metallico, verso il pattino, che, appoggiandosi contro la pista frenante del cerchio della bici, crea attrito e consente di frenare. I sottotipi di questa categoria funzionano allo stesso modo: a essere differenti sono i tiraggi delle leve freno.

Freni a disco: idraulici o meccanici? 

I sistemi a “disco” si dividono in due tipologie: freni meccanici e freni idraulici. I primi sfruttano le capacità meccaniche del cavo d’acciaio, il quale, azionando le leve del freno, attraverso un piccolo leveraggio, porta le pastiglie a stringere il rotore e consente così di rallentare. I freni a disco idraulici, invece, hanno un funzionamento basato sulla compressione. Frenando non si genera tensione, come nel caso del sistema a pattino, ma si manda in pressione l’olio, contenuto inizialmente in un serbatoio posto nel manubrio, e poi condotto lungo un circuito chiuso, ovvero i cavi. Da qui il liquido in pressione va a spingere i piccoli pistoni che andranno a comprimere le pastiglie sul rotore, generando così attrito e di conseguenza la frenata.
Tale sistema è reso possibile solo grazie all’incomprimibilità di questo fluido. L’olio, infatti, riesce a trasmettere la pressione senza assorbirla. Si tratta di una caratteristica fondamentale negli impianti idraulici, come pure è la capacità di questo liquido di sopportare il calore senza raggiungere il punto di ebollizione. In tutti gli impianti frenanti, infatti, i componenti che generano attrito si surriscaldano. Se in quelli meccanici e a pattini tale condizione porta all’usura dei materiali, nei sistemi idraulici si aggiunge anche la componente aria, causa delle frenate “a vuoto”. Nell’ipotesi in cui l’olio utilizzato non dovesse sopportare tale stress di temperatura, cambierebbe il suo stato da liquido a gassoso, introducendo così delle bolle d’aria all’interno del meccanismo che comprometterebbero l’efficienza dell’intero sistema. A rispondere a tale esigenza sono le due famiglie principali di olio DOT e l’olio minerale. 

Quale impianto scegliere per la Gravel

“I freni a pattino sono ormai stati sostituiti quasi del tutto – spiega Bellinazzi – Vengono utilizzati ancora per le city bike o per le bici entry level”. Per le Gravel sono consigliati i freni a disco: hanno una maggiore modulabilità, sono più performanti e hanno una migliore distribuzione della frenata.
A questo punto sorge un altro dubbio: tra idraulici e meccanici, qual è la scelta migliore? In questa fase – evidenzia l’esperto – bisogna considerare anche fattori quali la praticità d’uso. Freni a olio hanno una frenata molto efficace ma, rispetto a quelli meccanici, la loro manutenzione è più impegnativa. Per i gravellisti che vogliono percorrere lunghi tragitti, eventi bike-packing o comunque percorsi ad alto chilometraggio, sono consigliati gli impianti meccanici. “Per un semplice motivo – sottolinea Bellinazzi –: se qualcosa dovesse andare storto con un freno a disco meccanico, il problema sarebbe più facilmente risolvibile. Gli impianti idraulici sono delicati, dato che la tipologia di olio utilizzata deve rimanere preferibilmente sempre la stessa. O meglio, se si usa l’olio DOT, non si può sostituirlo nell’immediato con un olio minerale. Se ciò avvenisse si rischierebbe di rovinare tutto il sistema di frenaggio”. Tutto si complica quando si utilizzano oli minerali: non essendo normati, ogni liquido è diverso e ciascuna marca ha un proprio kit per lo spurgo. “È chiaro che, se un gravellista si trovasse a frenare a vuoto – conclude –, recuperare un olio compatibile, o gli strumenti necessari per la manutenzione, potrebbe essere un problema”. 

Sofia Ballico 

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