9 Marzo 2023

Bikepaking: perché scegliere una borsa da telaio

Da manubrio, sottosella o da telaio. Nell’avvicinarsi al variegato mondo del bikepacking ci si trova a dover fare i conti con i più disparati tipi di borse.

Proprio per questo motivo, non è affatto scontato riuscire a capire quali siano le più adatte per la Gravel, specialmente a chi si sta introducendo alla disciplina. Michele Zanchin di Nordcruz, non sembra avere dubbi a riguardo. «Dati alla mano – le sue parole –, le due borse più vendute sono quella da manubrio e quella piccola da telaio. Scelte dettate principalmente da questioni pratiche ed estetiche, ma non credo che siano le borse ideali per il bikepacking. La cosa migliore, secondo me, è quella di orientarsi verso una borsa half frame, o in alternativa full frame, ovvero quelle che coprono tutto il telaio». Fondamentalmente, sono tre i motivi che rendono questo tipo di borsa la più indicata.

Il baricentro

Come prima cosa, la scelta di una borsa half frame va a interessare l’ambito prettamente strutturale. Le regole di carico, infatti, vorrebbero che si partisse dal baricentro nell’allestimento di una bicicletta per un viaggio. Appoggiandosi direttamente sul centro di gravità del mezzo, questo tipo di borsa è la migliore risposta alle esigenze di stabilità del ciclista. «Quando si corre in bici – spiega Michele –, si è in una posizione di equilibrio dinamico, e il fatto di stare piedi è un vero e proprio miracolo della natura. Essendo una condizione precaria, si corre il rischio costante di cadere a terra. Quando si va a comprare una borsa, quindi, bisognerebbe cercare di rispettare questo equilibrio. In sostanza, più si riesce a caricare verso il baricentro, meno probabilità ci saranno di incontrare problematiche durante il viaggio. Le borse da telaio sono quelle che rispettano maggiormente questa regola».

L’impermeabilità

Non è solo la questione di baricentro a fare delle borse da telaio quelle più indicate. Il secondo vantaggio riguarda la naturale impermeabilità. Durante un’avventura in sella a una Gravel, infatti, non è raro imbattersi in qualche acquazzone, anche intenso. Se oltre agli indumenti indossati dal ciclista si finisce per inzuppare anche il cambio, la situazione può diventare davvero sgradevole. «Nonostante tutte le borse che produciamo siano impermeabili – prosegue Michele –, il problema fondamentale risiede nelle cerniere. Anche se sono tutte in possesso della certificazione waterproof, è difficile che queste non lascino passare nemmeno una goccia. Proprio per la sua naturale posizione, in quanto protetta dal palo e con la cerniera non esposta, questo discorso non vale per una borsa da telaio. Per farla breve, può anche diluviare, ma il materiale custodito al suo interno dovrebbe rimanere asciutto».

L’aerodinamicità

L’ultimo motivo che rende le borse da telaio ideali per gli amanti della Gravel è dato dalla loro aerodinamicità. Per struttura e posizione, infatti, esse sono naturalmente aerodinamiche, una condizione che non dev’essere sottovalutata e che comporta notevoli vantaggi. «Disponendo di una discreta base di conoscenze tecniche – prosegue Michele –, mi sono fatto un paio di conti a riguardo. Se dai 20 si passa a viaggiare ai 24 chilometri orari, con una differenza del 20 percento, la resistenza all’aria raddoppia. Entrando nell’ottica di chi si appresta a effettuare un lungo viaggio, l’energia risparmiata diventa fondamentale, perché si farà sentire specialmente verso la fine del percorso. In realtà, tutte le borse che seguono il principio dell’aerodinamica dovrebbero essere premiate: in questa categoria, infatti, rientrano anche le borse sottosella, vicine al baricentro e strutturate in maniera da favorire la corsa del ciclista».

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