3 Marzo 2023

Come affrontare il traffico in sicurezza con la propria Gravel

Le uscite con la nostra Gravel bike dovrebbero essere prima di tutto un divertimento, del tempo che dedichiamo a noi stessi per soddisfare la nostra voglia di avventura.

Anche se la Gravel bike ci spinge per fortuna spesso fuori dall’asfalto alla ricerca di luoghi sconosciuti e sentieri poco battuti, per raggiungerli a volte siamo costretti a fare i conti con il traffico veicolare.

Vediamo ora qualche piccolo stratagemma per cercare di ridurre al minimo il rischio di trasformare qualche ora di divertimento in un momento da dimenticare.

Diritti sì, ma anche doveri

Il ciclista, insieme al pedone, è senza dubbio l’anello debole nel sistema viario italiano.
Iniziamo dicendo che, come ciclisti, abbiamo tutto il diritto di pedalare su qualsiasi strada (ove non ci sia un espresso divieto di circolazione per i cicli), sempre che ci si muova in fila indiana e non ci sia a lato della strada una pista ciclabile. Per pista ciclabile si intende una corsia riservata ai soli cicli, cosa rara in Italia dove normalmente le corsie sono promiscue e sono chiamate infatti ciclo pedonali.
Il Codice della strada menziona la possibilità che i cicli possano viaggiare su due file, ma solo all’interno dei centri urbani (quindi non nelle strade extra urbane) e quando le condizioni di traffico lo prevedano. Purtroppo nel C.d.s. non si specifica quali siano queste condizioni, quindi meglio evitare problemi e sanzioni.
Tra i doveri principali che abbiamo c’è senza dubbio quello di rispettare il Codice della strada ed essere dotati di luce anteriore e posteriore, campanello, gilet o strisce retroriflettenti da indossare da mezz’ora prima del tramonto a mezz’ora dopo il sorgere del sole e nelle gallerie. Inoltre dobbiamo segnalare le svolte con il braccio e anche le fermate. Ecco, quest’ultimo punto è parecchio oscuro perché non esiste un segnale conosciuto e condiviso da tutti, per segnalare la fermata.
Sulle strisce pedonali, se non dotate di corsia apposita, dobbiamo scendere e attraversare a piedi.

Qualche trucco per affrontare in sicurezza il traffico con la propria Gravel bike

Come ciclisti disponiamo di almeno due assi nella manica quando dobbiamo affrontare il traffico. Il primo è prestare massima attenzione, soprattutto quando affrontiamo zone “calde” come le rotatorie, il secondo è farsi notare.

Massima attenzione, concentrazione e non dare mai nulla per scontato

Sulla strada non siamo mai soli. Automobilisti distratti ci passano continuamente accanto e non possiamo capire se ci hanno visti o meno.

Quando pedaliamo su una strada trafficata, se questa è extraurbana, è obbligatorio stare in fila indiana. Stare su due o più file è pericolo, oltre che non permesso dal C.d.s. Per fortuna noi gravellisti, disponiamo delle sterrate e dei sentieri per chiacchierare con i nostri compagni di pedalata.

Le rotatorie sono decisamente pericolose e ostiche per i ciclisti e, se possibile, sarebbe meglio utilizzare le strisce pedonali, dove riusciamo ad avere maggiore controllo sulle auto che sopraggiungono.
Nel caso, invece, decidessimo di affrontare “di petto” una rotatoria, queste sono le indicazioni che ci sentiamo di dare.
Prima di immettersi nella rotatoria, accertiamoci di avere sufficiente spazio a sinistra e una volta che siamo all’interno della rotatoria, guardiamo con attenzione negli occhi i guidatori dei veicoli che sopraggiungono dalla nostra destra. In questo modo ci renderemo conto se ci hanno visti arrivare e, in caso negativo, avremo il tempo per effettuare una manovra correttiva.

Facciamoci vedere e sentire (anche urlando)

Luci anteriori e posteriori accese sono sempre più comuni tra i ciclisti, ma anche un abbigliamento ben visibile è importante. Se nei boschi e sugli argini dei fiumi mimetizzarsi con la natura può essere un valore aggiunto, sulla strada abbiamo bisogno di farci vedere il più possibile.
Quindi fari lampeggianti accesi con forte luminosità (non meno di 300 lumen all’anteriore e 30 al posteriore) e abbigliamento colorato. Se ci piace il nero oppure i colori pastello, procuriamoci e indossiamo nei punti caldi del traffico delle strisce retroriflettenti, occupano poco spazio e sono facili e veloci da indossare all’occorrenza.

Il campanello è obbligatorio, ed è perfetto per avvisare ciclisti e pedoni che stiamo sopraggiungendo quando siamo sulle ciclo pedonali oppure lungo i sentieri. Nel traffico sono praticamente inutili. Cosa fare, allora, per farci sentire?
Se ci rendiamo conto che il guidatore del veicolo fermo alla rotatoria o allo stop non ci ha visti sopraggiungere (e lo capiamo guardandolo negli occhi), urliamo con tutta la nostra forza. Un urlo breve ma forte riesce a superare i finestrini chiusi dell’auto e il rumore del traffico, e attirare così l’attenzione del guidatore che istintivamente si fermerà. Provare per credere.
Se, invece, stiamo affrontando una rotatoria con il buio, mettiamo al massimo la luce anteriore e alziamola ad altezza degli occhi del guidatore. Questo stratagemma attirerà la sua attenzione e riusciremo a passare incolumi dall’altra parte.

Questi piccoli accorgimenti sono stati provati e hanno dato buoni risultati. Rimane comunque il fatto che molte delle strade italiane non sono pronte ad accogliere i mezzi a pedali, e che quindi rimangono oggettivamente un grosso pericolo per il ciclista.
Finché le cose non cambieranno, quello che possiamo fare è rimanere il più possibile lontani dal traffico, prestare la massima attenzione quando siamo costretti ad affrontarlo ed essere molto prudenti.

Roberto Pellizzari

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