Progetto finanziato dall'Unione Europea
17 Gennaio 2024

Come affrontare le rotatorie in bicicletta e uscirne vivi

Sono uno dei punti più critici della viabilità per chi si muove in bicicletta, e spesso causa di incidenti anche mortali per i ciclisti. Vediamo di capire come affrontarle in sicurezza.

Gravel significa avventura, pedalare in fuoristrada lontani dal traffico e dal caos. Ma per raggiungere i nostri luoghi preferiti (montagne, colline o lunghe strade sterrate) siamo comunque costretti a mettere le nostre ruote, più o meno artigliate, su asfalto e ad affrontare le sempre più numerose e pericolose rotatorie.

Cosa dice il codice della strada riguardo le rotatorie e la bicicletta

Non staremo qui a spiegare cos’è una rotatoria e quali sono le regole per affrontarle in auto, perché diamo per scontato che tutti le conoscano. Daremo invece qualche indicazione su come una bicicletta dovrebbe affrontare una rotatoria a partire dal Codice della strada, secondo il quale chi si immette in una rotatoria in bicicletta, dovrebbe percorrerla mantenendosi sul margine destro della stessa per non intralciare i veicoli a motore, anche quando la rotatoria è sgombra dal traffico veicolare. Questo perché la bicicletta è paragonata dal Codice ad un calesse trainato da cavalli, cioè ad un veicolo privo di motore.
Pur intuendo le motivazioni di queste indicazioni (un mezzo senza motore è teoricamente più lento di uno con motore), ci rendiamo conto che rimanere sul margine più esterno della rotatoria, non sia la cosa più sicura da fare per un ciclista, questo perchè le auto che si immettono nella rotatoria stessa sono spesso già oltre la linea che ne delimita la circonferenza esterna e questo riduce di molto il margine di manovra sia per il ciclista che per l’automobilista.

Qualche indicazione per affrontare le rotatorie in sicurezza

Partiamo dal presupposto che il massimo della sicurezza per un ciclista che affronta una rotatoria è non percorrerla affatto. Gli automobilisti che si “affacciano” ad una di queste intersezioni sono spesso troppo concentrati dal traffico veicolare e dalle continue auto che si immettono e girano attorno alla rotatoria stessa, così che il ciclista diventa praticamente invisibile alla loro vista. 

Nel caso però decidessimo di sfidare la sorte e percorrere la rotatoria a cavallo della nostra gravel bike, ecco un paio di semplici indicazioni che potrebbero fare la differenza:

  1. Prima di immettersi nella rotatoria, accertiamoci che il faro anteriore sia acceso e in modalità lampeggiante, anche se ci stiamo muovendo in pieno giorno. Oggi un faretto led da bicicletta, costa poche decine di euro, produce un fascio luminoso molto forte, pesa poco e ha una carica che permette di tenerlo acceso per molte ore.
  2. Una volta che stiamo per entrare nella rotatoria con il nostro faro lampeggiante, verifichiamo che le auto che stanno sopraggiungendo dalla nostra sinistra siano abbastanza lontane da permetterci di portarci all’interno della stessa con una certa comodità. Allo stesso tempo iniziamo a guardare alla nostra destra per accertarci che l’auto che si sta immettendo ci abbia visti. Mentre la percorriamo, continuiamo a tenere il nostro sguardo sugli occhi del conducente dell’auto, così da avere la certezza che sia consapevole della nostra presenza. Nel caso ci rendessimo conto di non essere stati visti, rallentiamo e attiriamo la sua attenzione urlando. Non serve offendere o imprecare, basta un forte urlo così che chi è al volante dell’auto e che magari sta iniziando ad entrare nella rotatoria proprio mentre stiamo passando, sorpreso dalle nostre urla, freni immediatamente e ci lasci passare.


Purtroppo le rotatorie sono particolarmente rischiose per i ciclisti, tanto che un incidente su tre in una rotatoria, vede coinvolto un ciclista. Anche le norme del Codice della strada che abbiamo visto precedentemente, non aiutano di certo a mitigare il rischio. L’unica cosa da fare è quindi essere prudenti e cercare di sfruttare sottopassi e strisce pedonali, anche se questo significa magari perdere un minuto in più.

Roberto Pellizzari

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