2 Febbraio 2024

Il gravel non esiste!

O meglio, non esiste un solo gravel. Né esiste un concetto di gravel standardizzato. Esistono, piuttosto, modi diversi di intendere e vivere la bicicletta rispetto all’approccio principalmente competitivo avuto finora.

Quante se ne leggono bazzicando pagine e gruppi Facebook che parlano di gravel. Tutti a cercare di incasellare in qualche modo questa nuova disciplina per dargli una connotazione unica, che alla fine altro non è che la visione personale di un modo di andare in bicicletta che prima era per pochi e ora sta contagiando appassionati (e non). Il report annuale 2023 di Strava, una delle app più usate dagli sportivi, ce lo conferma: fra le attività registrate dagli utenti, quelle percorse con una gravel bike hanno subito un aumento del 55% rispetto all’anno precedente. Un dato rilevante, considerando che la maggior parte dei fruitori utilizza l’applicazione per monitorare i propri allenamenti di running.

“Gravel”, come ben sappiamo, significa “ghiaia”, ma è anche un nome per definire un tipo di bicicletta che se la cava su ogni terreno e che nel tempo si è evoluta ed è passata da mezzo per percorrere facili sterrate a “bicicletta totale”. Una gravel, infatti, si adatta rapidamente ai cicloviaggi, alle scorribande in montagna, ai lunghi giri su ciclabili e al bike to work. Ma così come in questi anni il mezzo è cambiato, un po’ alla volta si sta evolvendo anche la sua definizione, tanto che alcune aziende hanno iniziato a categorizzare queste biciclette come “adventure” oppure “all road”, segnale che il gravel non è più relegato alle sole strade in ghiaia, come alcuni ancora pensano. Di fatto, si usa la stessa parola, cioè “gravel”, per definire tre concetti: l’attività, il mezzo e il terreno.

Gravel come attività

Il gravel è un modo diverso di vivere la bicicletta. Chi pratica questa disciplina in qualche modo sfugge da qualcosa. Sfugge dalle prestazioni a tutti i costi, dalla routine dei soliti percorsi fatti e rifatti, dal dover essere e apparire quello che in realtà non si è, delle brutte, spesso bruttissime, copie dei ciclisti professionisti. Chi abbraccia il gravel non si sente un ciclista, è semplicemente “uno che pedala” e che è sempre alla ricerca della sua piccola avventura ogni volta che inforca la bicicletta.

Gravel come bicicletta

Dalla sua apparizione sul mercato, la gravel ha subito un’evoluzione continua, spingendosi sempre di più verso l’off road. Le gomme che prima erano da 33-35 mm e che già sembravano esageratamente spesse, si sono ulteriormente allargate fino ad arrivare a misure di solito montate sulle biciclette da montagna. Sono apparsi i primi sistemi di assorbimento delle sollecitazioni e poi le vere e proprie sospensioni. I gruppi si sono evoluti, sono quasi scomparsi i freni a disco meccanici, le trasmissioni stradali sono state sostituite da altre realizzate appositamente per il gravel e con sviluppi metrici che spesso si avvicinano alle mtb.

Gravel come terreno

Uscendo dalla patria natia, gli USA, dove le lunghe strade bianche abbondano, e approdando qui in Europa, la gravel bike ha dovuto adattarsi ai terreni che si trovano alle nostre latitudini. Qui le strade bianche sono in genere molto meno frequenti, gli argini dei fiumi sono spesso mal messi e quindi chi utilizza la gravel ha iniziato a pedalare sui sentieri di collina e di montagna, incrociando spesso il proprio cammino con le mtb. Oggi una gravel bike grazie a gomme di larghezza maggiore, trasmissioni con sviluppi metrici adeguati e freni all’altezza, è in grado di affrontare percorsi che possono arrivare a difficoltà fino all’S2, praticamente la stessa difficoltà che buona parte dei possessori di mtb di solito pedalano. Certamente guidare una gravel bike su un single track non è da tutti, serve una buona tecnica di guida e attenzione. Con la gravel certe difficoltà non possono essere superate, quindi semplicemente si scende dalla bicicletta e si cammina, sia in salita che in discesa. Se si è preparati a questi piccoli compromessi con una gravel bike si possono affrontare tutti i terreni e qualsiasi avventura.

Conclusioni

Il gravel è un modo tutto nuovo di andare in bicicletta, è una rivoluzione paragonabile a quella degli anni 80 quando apparirono le prime mountain bike. Come allora, molte delle persone che iniziano con la gravel bike non sono ciclisti, ma spesso vengono da altri sport e si sentono attratti da questa modalità di scoprire il territorio, senza fretta, semplicemente godendo delle bellezze che li circondano. Il gravel è un concetto astratto, soggettivo, ognuno di noi può intenderlo come vuole e può praticarlo nel modo che preferisce e che lo fa sentire meglio. Gravel è libertà!

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