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30 Ottobre 2023

Giada Borghesi: volare come una farfalla, pungere come un’ape

Abbiamo fatto due chiacchiere con la campionessa italiana di gravel in carica: la giovanissima Giada Borghesi.

Leggera come una farfalla e determinata come un’ape, per citare Mohammad Alì, uno dei suoi idoli sportivi. Classe 2002, originaria di Rallo in Val Di Non (TN), Giada Borghesi si avvicina al ciclismo grazie a papà Giuseppe e alla sorella Letizia, quest’ultima professionista su strada e vincitrice, nel 2019, di una tappa del giro d’Italia. Nonostante la giovanissima età, Giada mostra un carattere che solo i campioni hanno: dopo un periodo complicato, lo scorso settembre ha vinto il tricolore ai Campionati Italiani Gravel a Fubine Monferrato (AL). Non tarda ad arrivare anche la chiamata della Nazionale e in poche settimane partecipa prima al campionato europeo in Belgio, ottenendo un ottimo settimo posto, e poi ai Mondiali nella Marca Trevigiana classificandosi 22esima. Un 2023 ricco di emozioni e sorprese, dunque, per la giovane ciclista trentina che sogna di diventare un giorno come l’olandese volante, Mathieu van der Poel. Borghesi è pronta a dimostrare, sempre di più, il suo valore in sella. E la sua storia è appena iniziata.

L’amore per le due ruote: una questione di DNA

«L’amore per la bicicletta scoppia con le prime pedalate a Rallo, il mio paese d’origine. I miei, fin da piccola, mi hanno avvicinato al mondo dello sport in generale – racconta Giada –, ma è proprio grazie a mia sorella che è scoccato il colpo di fulmine con la bicicletta. Ho iniziato, quindi, a pedalare con la squadra del paese, tra mountain bike, strada e ciclocross, dove da “allieva” mi sono tolta diverse soddisfazioni, ottenendo anche un secondo posto ai campionati italiani».

Fin da subito, Giada dimostra una predisposizione naturale per il ciclismo e nel 2022 si avvicina al mondo del gravel. «È una disciplina faticosa, ma che riesce a darti molte soddisfazioni. Negli ultimi due anni ho passato un periodo un po’ complicato non solo della mia carriera, ma della mia vita. Anche grazie al gravel ora sento di esserne uscita completamente».

«Non c’è niente di male a cadere: è sbagliato rimanere a terra»

La pandemia ha colpito anche Giada. «Nel dicembre 2020 ho preso il Covid. Da quel momento in poi, nonostante fossi guarita completamente, ho cominciato a sentirmi sempre stanca e spossata durante il giorno. Non capivo il motivo di questa mia debolezza ed era molto demotivante e complicato riuscire ad allenarmi».
La svolta arriva solo due anni dopo, quando, grazie a esami più approfonditi, l’atleta trentina scopre di essere celiaca. «Da una parte mi sono sentita sollevata di aver trovato finalmente una risposta a ciò che mi stava succedendo, d’altra parte sapevo che sarebbe iniziata una fase della mia vita – confessa –. Per noi atleti, fare scoperte di questo genere obbliga ad avere un periodo di adattamento in quanto cambia la dieta che è una parte fondamentale della preparazione fisica». Prima della diagnosi, Giada racconta che faceva fatica non solo ad allenarsi ma anche a vivere la vita di tutti i giorni. Ma grazie a se stessa e alla sua famiglia è riuscita a non mollare e a rialzarsi affrontando quella stanchezza che diventava sempre più opprimente.

I campioni li riconosci subito, dal primo sguardo e dai primi scambi di battute, perché hanno tutti quanti un denominatore comune: la determinazione di non voler mai far spegnere quel fuoco, che brucia dentro di loro, e che li porta a compiere imprese straordinarie uscendo vincitori anche dalle difficoltà. «A volte, anch’io mi chiedo cosa mi abbia spinto a non mollare quando ero dentro a quel periodo buio, dove non mi rendevo conto di quanto in realtà stessi male. La passione per le due ruote e la consapevolezza di sapere di avere delle potenzialità per questo sport e volerle mostrare al mondo mi hanno dato la spinta necessaria per non abbandonare e continuare a pedalare sempre più forte. Sono convinta che questa sia la mia vittoria più grande in assoluto fino a questo momento».

Il tricolore gravel e il sogno mondiale

Superato il periodo complicato, Borghesi si dimostra ancora più determinata a dimostrare il suo valore. Detto, fatto. Il 17 settembre 2023 conquista il titolo di campionessa italiana di gravel, un tricolore che dimostra di meritare dall’inizio alla fine. «Quando ho tagliato il traguardo e ho scoperto di essere arrivata prima, ho provato subito molta emozione anche se, a dire il vero, ero in testa già da un po’ di km – racconta soddisfatta –. Ho provato gioia soprattutto per come sono arrivata a questa gara e per quello che ho passato: indossare la maglia tricolore mi ha riempito di orgoglio». Da quel momento e nell’arco di pochi giorni sono arrivate le convocazioni in azzurro, sia per l’Europeo sia per il Mondiale. «Me li sono goduti al massimo, dalla partenza all’arrivo – confida –: rappresentare l’Italia in gare così importanti e a distanza di così poco tempo è qualcosa di indescrivibile; è come se avessi già tagliato un piccolo traguardo ancor prima di gareggiare»

Ad amplificare tutte queste emozioni è stato anche il fatto di essersi allenata da sola. Infatti, per sua scelta, Giada non ha un preparatore o un allenatore: «Dopo il periodo che ho passato, avevo bisogno di ritrovare me stessa e i miei ritmi senza che nessuno me li imponesse. Faccio parte di un team (Team Lapierre Trentino, ndr.) che mi ha aiutato, ma non ho un allenatore: solo i consigli di mio papà e di mia sorella. Il mio sogno ora è diventare a tutti gli effetti una professionista, cominciando a gareggiare in tutta Europa e, perché no, anche in tutto il mondo».

Riccardo Magagna

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