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25 Ottobre 2023

Il Sicily Divide in prima…persona #1

Il primo episodio del Sicily Divide raccontato dal cicloviaggiatore e vlogger Pietro Franzese.

Torniamo a parlare del Sicily Divide, ma stavolta da una prospettiva diversa: infatti con la testimonianza di Pietro Franzese, già protagonista di un nostro articolo, faremo un viaggio nelle tappe che ci porteranno ad attraversare il selvaggio e affascinante entroterra siciliano. 

L’avventura di Pietro, raccontata nei suoi video su youtube, ha inizio da Trapani nel punto esatto dove il mar Tirreno si mischia al mar Mediterraneo. Ad accompagnarlo lungo i 450 km del Sicily Divide c’era Ilaria Fiorillo, anche lei blogger che sui suoi canali social racconta Milano in sella alla bicicletta. 

Tappa 1: Il silenzio del Belìce e la sua rinascita

«Il nostro Sicily Divide non è iniziato in sella alla bicicletta ma, bensì, a piedi. Abbiamo, infatti, camminato per le vie e vicoli di Trapani, immergendoci nella storia millenaria della città, tra le bellezze architettoniche e i sapori di questa terra – esordisce Pietro –.  Prima di partire abbiamo ricevuto dagli organizzatori una sorta di pacco gara con cappellino, maglietta e gadget vari, ma soprattutto il Divider’s Pass, un libretto arancione contenente tutte le informazioni utili sull’intero percorso del Sicily Divide. Al suo interno c’è anche un apposito spazio dove inserire i timbri che si trovano in precisi checkpoint. 

Dopo pochi km dall’inizio, abbiamo attraversato Torre di Nubia sopra le saline: è stata una piccola deviazione di 100 m rispetto alla traccia originale, ma ne è valsa davvero la pena. Percorsi 50 km e una dura salita siamo arrivati a Vita che è uno dei paesini vittima del terremoto del Belìce del 1968». Lungo il percorso capita spesso di incontrare mucche, capre o cani randiagi liberi. L’importante, in questi casi, è mantenere la calma e non accelerare. Bisogna rispettare gli abitanti del luogo, che siano umani o animali, e tenere sempre a mente che noi siamo solo degli ospiti di passaggio. 

«Attraversiamo Salemi, uno dei borghi più belli d’Italia – prosegue Pietro – prima di approdare a Nuova Gibellina». Gibellina è stata totalmente ricostruita nel anni ‘70 dopo il terremoto. La vecchia Gibellina, invece, non è più stata ricostruita e riqualificata tanto che l’artista Alberto Burri ha creato un’opera d’arte utilizzando i vecchi ruderi della città ricoprendoli di cemento quasi per fermare il tempo delle sue vie e dei suoi vicoli. L’opera si chiama il Cretto di Burri e sono delle piccole strade che corrono in mezzo ad enormi blocchi di cemento, come se fosse un labirinto. 

«Il nostro primo giorno si conclude al paese Poggioreale Nuovo, anche questo ricostruito. La cosa che mi ha colpito di più oggi è il silenzio. In queste terre abitano pochissime persone, tanto che oggi abbiamo contato più cani che automobili».

Tappa 2 – Un forte vento soffia sui colori dell’entroterra

«Il secondo giorno parte alla grande con dei cannoli giganti e una spremuta di arance. Abbiamo passato la notte nella casa vacanza di Pietra, una signora sorridente che ha vissuto tutta la sua vita in queste zone e ci ha raccontato le tradizioni di Poggioreale».

Pietra aveva dodici anni quando il suo paese è stato colpito dal terribile terremoto e ha deciso di condividere con Pietro e Ilaria diversi suoi ricordi. «Con la storia di Pietra, il nostro bagaglio del Sicily Divide si stava cominciando a riempire sempre di più. Ci siamo fermati al Caffè degli Archi dove abbiamo avuto la possibilità di vedere come si fanno le arancine. Ripartendo, poi, verso i ruderi della Poggioreale vecchia. Questo è stato un passaggio tosto e emozionante: vedere i resti delle case così come sono rimaste dopo il terremoto del ‘68 ci ha colpito molto. Abbiamo proseguito verso Santa Margherita in Belìce”. 

Fun fact: a Santa Margherita, Tommaso Di Lampedusa prese ispirazione per creare il personaggio e il racconto del Gattopardo.

«Fino a questo momento abbiamo percorso circa 25 km ma ci siamo fermati moltissime volte perché lungo la traccia ci sono paesaggi troppo belli per non essere fotografati. Arrivati a Sambuca di Sicilia, uno dei borghi più belli d’Italia, al Caffè Beccadelli abbiamo provato le tipiche “Minne di virgini”, un dolce tradizionale di questa zona che da centinaia di anni viene preparato sempre allo stesso modo – racconta Pietro –. Purtroppo, da questo momento in poi, la natura siciliana non sarà a nostro favore. Infatti veniamo colti da un vento fortissimo (40 km/h) che ci ha impedito di continuare a pedalare. Abbiamo, quindi, deciso di fermarci a Burgio dove abbiamo sfruttato un passaggio che gentilmente l’organizzazione del Sicily, sempre pronta per qualsiasi inconveniente, ci ha fornito. Il Sicily Divide va vissuto e goduto senza fare gli eroi».

Tappa 3 –  Incertezze meteorologiche e paesaggi “svizzeri” 

«Dopo una notte passata in una delle strutture selezionate dal Sicily, in cui c’era la possibilità di mettere in sicurezza le nostre bici in un locale riparato, inizia il terzo giorno. Le difficoltà atmosferiche vissute il giorno prima, ci hanno messo davanti alcuni dubbi e non sapevamo cosa potevamo aspettarci nei prossimi giorni. Effettivamente le nuvole che vedevamo all’orizzonte erano decisamente poco invitanti, ma siamo andati avanti lo stesso – continua Pietro –. Abbiamo pedalato su una strada secondaria stupenda verso Mussomeli. I colori dei campi coltivati e delle colline sono davvero unici. C’è un po’ di dislivello da affrontare, ma è il giusto prezzo da pagare per una bellezza del genere. Arrivati a Mussomeli abbiamo visitato il castello Manfredonico»

Eretto tra il XIII e il XIV secolo, la fortezza di Mussomeli si trova in posizione strategica sono una roccia, questo permetteva di tenere d’occhio tutte le vallate dell’entroterra siciliano. «Lasciato il castello, siamo risaliti sulle nostre biciclette e i panorami che ci circondavano mi ricordavano quasi un paesaggio svizzero. Mai mi sarei immaginato di trovare dei posti simili in Sicilia. Abbiamo concluso la giornata con un’ottima cena e abbiamo dormito nella vecchia scuola di Montedoro».

Siamo, così, giunti al giro di boa dell’avventura di Pietro e Ilaria. Nel prossimo articolo scopriremo come proseguirà e si concluderà il loro Sicily Divide. 

Riccardo Magagna

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