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6 Ottobre 2023

Gianluca Santacatterina: in gravel col pacemaker per dare speranza

Il racconto del vicentino che, dopo l’intervento al cuore, diffonde in bici la cultura della prevenzione e raccoglie fondi per aiutare ragazzi disabili e malati.

Esistono svariati modi per avvicinarsi al mondo del ciclismo: c’è chi si innamora della bicicletta sin da bambino, chi lo fa dopo un infortunio, mentre altri, più semplicemente, vogliono condividere una passione con gli amici. Gianluca Santacatterina, vicentino originario di Schio, è salito in sella dopo aver scoperto che il suo cuore si fermava per otto secondi. “Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette e otto. Provate a contarli: otto secondi non sono lunghi, ma non sono nemmeno così brevi, vero? Quanti pensieri si riescono ad abbozzare in otto secondi? Quante azioni semplici si possono fare? Quanti desideri o emozioni provare? Otto secondi era il tempo di pausa che il mio cuore, di notte, ogni tanto si prendeva dal battere. Si fermava per otto secondi!”. È questo l’inizio del libro #pedalaconilcuore di Santacatterina, scritto con il giornalista Vittorio Zirnstein, un racconto della sua ripresa fisica e mentale da un disturbo cardiaco che ha messo a rischio la sua vita.

La scoperta

Gianluca Santacatterina è da sempre uno sportivo e, per molti anni, ha praticato la sua amata corsa. Nel marzo 2021, però, la sua vita è cambiata: dopo essersi sottoposto a una visita medico agonistica di routine, ha scoperto che il suo cuore non funzionava come avrebbe dovuto; ogni tanto si fermava per otto lunghissimi secondi. Tutto questo era inaspettato, data l’assenza di sintomi. “Conducevo uno stile di vita sano – racconta –: non fumavo, praticavo regolarmente sport, mi mantenevo in forma e stavo bene. Ma questo non è bastato”. Da quella scoperta, per due settimane finisce in terapia semi intensiva per poi sottoporsi a un intervento per l’impianto del pacemaker. Inizia così un percorso di ripresa, sia fisica che mentale, che lo ha portato ad abbandonare la corsa e ad avvicinarsi alla bicicletta, ora fedele compagna.

Una seconda possibilità

“Ricordo che il mio medico, tornato a casa dall’ospedale, mi disse che sarei stato il titolo perfetto per i giornali: 53enne sano, non fumatore, sportivo, muore bevendo un bicchiere d’acqua. A ripensarci fa rabbrividire – confessa Gianluca –. Sono stato fortunato e sto cercando di ringraziare in qualche modo la vita per avermi dato una seconda possibilità – continua –. Come lo faccio? Diffondendo la cultura della prevenzione, cercando di aiutare dando speranza a persone che soffrono della mia stessa malattia e poi donando, raccogliendo fondi per aiutare ragazzi disabili e malati. Tutto questo solo grazie alla bicicletta”.

Sono trascorsi appena cinque mesi dall’intervento quando Gianluca decide di prendere in mano la sua gravel e intraprendere un’avventura eclatante. Il primo settembre, partendo da Schio, inizia a pedalare verso Ostuni, in Puglia: “È stata un’esperienza fantastica che mi ha anche ridato la fiducia nelle persone – racconta –. Sebbene fosse un viaggio in solitaria, alla fine non sono mai stato davvero solo: ho incontrato molte persone disponibili che mi hanno accompagnato e aiutato in questa esperienza”. Da allora, Gianluca non si è più fermato: a ottobre ha affrontato il viaggio da Trieste a Ventimiglia, ad aprile si è diretto verso Monaco di Baviera e ha vissuto tante altre avventure, sempre in bicicletta, per raccogliere fondi e diffondere la cultura della prevenzione.

Sofia Ballico

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