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4 Ottobre 2023

Il dilemma delle ciclabili italiane: condivisione o conflitto?

Le piste ciclabili sono senza dubbio una risorsa per chi utilizza la bicicletta per svago o come mezzo alternativo all’auto.

Per prima cosa chiariamo il concetto di pista ciclabile citandone la definizione, così da renderci conto che, almeno nel nostro Paese, sono abbastanza rari i percorsi dedicati esclusivamente alle biciclette.

Definizione di pista ciclabile tratta da Wikipedia

“Una pista ciclabile (o ciclopista) è un percorso protetto o comunque riservato alle biciclette, dove il traffico motorizzato è generalmente escluso. Lo scopo di tali percorsi è separare il traffico ciclabile da quello motorizzato e da quello pedonale, che hanno velocità diverse, per migliorare la sicurezza stradale e facilitare lo scorrimento dei veicoli”.

Definizione di pista ciclabile dal Codice della Strada (articolo 3, comma 1, numero 39)

“Una pista ciclabile è una parte longitudinale della strada, opportunamente delimitata, riservata alla circolazione dei velocipedi.

Leggendo attentamente le due definizioni, si evince che le ciclabili sono dei percorsi riservati alle biciclette, dove non possono circolare mezzi motorizzati e pedoni.

Ma come mai allora, dove generalmente pedaliamo noi ciclisti, troviamo invece persone dedite a fare passeggiate, cani al guinzaglio o liberi, bambini con skateboard, monopattini e così via?
Il motivo è semplice, in Italia la quasi totalità delle arterie destinate al traffico non motorizzato sono delle ciclopedonali, cioè delle piste dove possono circolare cicli e pedoni.

Questa tipologia di piste è indicata, sia all’inizio sia alla fine, con un segnale blu diviso a metà e su cui appare la sagoma di una bici e un pedone. Spesso, a terrà, sono dipinte tre corsie: una riservata ai pedoni e due (doppio senso di marcia con linea tratteggiata) alle biciclette. Le ciclabili e le ciclopedonali possono essere sia asfaltate sia in sterrato compatto.

Sulle ciclopedonali si dovrebbe circolare rispettando il codice della strada. Purtroppo, però, spesso si trasformano in una sorta di Far West, dove troviamo pedoni che occupano tutta la sede stradale, cani al guinzaglio che vanno da un lato all’altro della carreggiata e ciclisti che sfrecciano a 40 km/h.

Le buone norme per utilizzare le ciclopedonali sono le seguenti:

  • procedere a velocità moderata;
  • prestare particolare attenzione quando si superano o incrociano pedoni e ciclisti;
  • usare il campanello (obbligatorio per legge sulle biciclette che circolano su strade pubbliche) per segnalare il proprio arrivo, ma a volte basta anche un “Attenzione!” detto a voce alta;
  • fare molta attenzione in prossimità dei passi carrai oppure (capita anche questo) quando porte di case private o negozi danno direttamente sulla ciclopedonale.


Spesso le ciclopedonali sono interrotte da strade ad alto traffico per poi riprendere dal lato opposto della carreggiata. In questo caso, troviamo un cartello che segnala l’interruzione della ciclabile (lo stesso di inizio ciclo pedonale, ma con striscia rossa obliqua) e, successivamente, una segnaletica orizzontale che ci indica come dobbiamo procedere. Teoricamente dovremmo trovare a terra una segnaletica divisa in due parti: le classiche strisce pedonali (zebre) e due righe tratteggiate longitudinali con al centro la sagoma di una bicicletta. In questo caso non ci sono dubbi e possiamo attraversare pedalando mentre, se non è presente la corsia riservata alle biciclette, dobbiamo “trasformarci in pedoni” e attraversare con bicicletta a mano.

I ciclisti sono obbligati a utilizzare le piste ciclabili?

Probabilmente ti sarà già capitato di essere ripreso da un automobilista che, “gentilmente”, ti ha invitato a utilizzare la pista ciclabile al posto della carreggiata stradale.

Ecco cosa dice a questo proposito l’articolo 182 comma 9 del Codice della Strada:
“I velocipedi devono transitare sulle piste loro riservate ovvero sulle corsie ciclabili o sulle corsie ciclabili per doppio senso ciclabile, quando esistono, salvo il divieto per particolari categorie di essi, con le modalità stabilite nel regolamento”.

Per “piste loro riservate” si intendono le piste ciclabili ad esclusivo uso dei velocipedi che, come già detto, in Italia sono molto rare. Questo non significa che non dobbiamo utilizzare le ciclopedonali, sempre più numerose e ben realizzate e che, spesso, corrono a lato di arterie stradali ad alto traffico e, quindi, pericolose. Dobbiamo ricordarci, infatti, che il ciclista non ha nessun tipo di protezione quando si muove su strade aperte al traffico e che è sufficiente una piccola distrazione, una foratura o una semplice folata di vento, per cadere a terra e finire sotto le ruote del mezzo che sta sopraggiungendo.
Quindi, oltre a confidare nel rispetto delle norme da parte degli automobilisti, dobbiamo essere noi ciclisti a rispettarle per primi e prendere tutte quelle precauzioni perché una bella uscita in bicicletta non si trasformi in una tragedia.

Roberto Pellizzari

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