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12 Febbraio 2024

L’arte di pedalare in gruppo

Pedalare in compagnia, si può? Lo abbiamo chiesto a Stefano Tronca, organizzatore del gruppo Bici&Caffè.

L’esperienza della bici, e in modo particolare della gravel, è avventura a pieno ritmo. Essendo, quest’ultimo, un modello molto versatile, le opportunità sono svariate: si può optare per un’uscita in solitaria, per conoscersi e rispettare i propri tempi, per godere della natura che ci circonda o anche solo riordinare i propri pensieri. Oppure si può pedalare in coppia, trasformando la fatica in un momento di condivisione e divertimento, mettendo però in secondo piano gli aspetti più introspettivi. Ma se a pedalare con noi è un gruppo eterogeneo, che spesso non conosciamo, come si fa? Lo abbiamo scoperto chiacchierando con Stefano, Daniele, Roberto e altri membri di Bici&Caffè, i quali ci hanno inviato a partecipare ad una delle loro uscite. Il gruppo nasce per caso durante una pedalata tra pochi amici, organizzata da Stefano Tronca, un veterano della bici, (ci ha confessato che pedala da ben quarantadue anni!) che da molto tempo si occupa di organizzare eventi come ad esempio la Gran Fondo Liotto e gare FCI su strada. Stefano ci ha raccontato che un po’ alla volta il loro gruppo si è allargato e dal 2023 è diventato una società a tutti gli effetti.

Come si svolgono le uscite in gruppo?

«Le pedalate in gruppo sono nell’insieme molto semplici, ma allo stesso tempo complesse perché bisogna considerare il diverso livello di preparazione di ciascun partecipante e scegliere un percorso che non abbia troppi tecnicismi da rispettare, che sia dunque scorrevole ma divertente». La cosa che ha colpito di più noi di Gravel Magazine è stata la regola che i membri di Bici&Caffè ripetono costantemente: “Si parte tutti insieme e si arriva tutti insieme”. Non importa, quindi, se i più temerari si slanciano in uno scatto e raggiungono velocità distanziando una parte del gruppo, perché tutti sanno che poi si fermeranno ad attenderli. Un altro aspetto da tenere in considerazione è rivolto alla sicurezza stradale: Stefano è stato responsabile della sicurezza in occasione di alcune tappe del Giro d’Italia a Vicenza, e conosce, dunque, molto bene i rischi e le premure soprattutto quando si percorrono alcuni tratti di strada in cui circolano le auto.

Quali sono i vantaggi di praticare uno sport come la gravel in compagnia?

«Gli aspetti positivi delle uscite in gravel fatte in gruppo sono svariati. Prima fra tutti la possibilità di scoprire nuovi percorsi o punti inesplorati: spesso sono proprio io che studio e organizzo i tracciati da percorrere e ciò mi permette non solo di apprezzare un lato inedito del territorio, ma anche di poterne condividere la bellezza. Al contempo, l’andatura della gravel è perfetta per conoscere e chiacchierare con persone nuove, plus che contribuisce a diminuire la percezione della fatica e che alleggerisce l’attività. Fondamentale considerare, poi, che si pedala su strade in cui spesso non circolano veicoli, dunque non si deve neanche avere il pensiero di potersi fare del male». Inoltre, e questo è un aspetto che abbiamo sperimentato sulla nostra pelle una volta aggregati al gruppo per un’uscita, pedalare anche con chi ha più esperienza aiuta a crescere a livello sportivo. Si può, infatti, osservare come gli altri gestiscono i lati pratici della bici, come si muovono sui vari percorsi e come reagiscono agli imprevisti. Vedere gli altri provare le nostre stesse emozioni ci fa sentire un po’ meno sbagliati e può darci maggiore motivazione per migliorare.

Hai consigli da dare ai meno esperti?

«Quarantadue anni di esperienza sono davvero tanti, ne ho viste di ogni colore – aggiunge Stefano –  Alcuni amici, che ora pedalano agilmente, durante le prime uscite si mantenevano a stento in equilibrio sulla bici. Dunque il primo consiglio è quello di ascoltarsi e rispettare i propri tempi, di affidarsi poi a chi ha più esperienza e ci guida nella giusta scelta dei percorsi da seguire e per ultimo, ma non per importanza, il motto che ci ripetiamo ad ogni pedalata: Divertirsi sempre». Abbiamo potuto osservare, infatti, che il gruppo è libero ma unito allo stesso tempo. Ad ogni uscita partecipa chi ha tempo, chi si sente bene, senza alcun obbligo. E ogni volta è una nuova avventura: ci sono chiacchiere, risate, a volte anche qualche battibecco, ma poi si ritorna tutti in scia e si prosegue, fino a raggiungere la meta prestabilita.

Alessia Babetto

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