25 Maggio 2023

Le cicliste per caso: Gravel, empowerment femminile e sostenibilità

Dal basket al bikepacking, da match frenetici a viaggi lenti: è la storia di Silvia Gottardi, la ciclista (ormai non più troppo) per caso, che insieme alla sodale Linda, forma una coppia promotrice di grandi cause.

Si chiamano Silvia Gottardi e Linda Ronzoni, ma sono conosciute come le Cicliste per caso. Una coppia effervescente che crea contenuti sui loro viaggi in bikepacking per il mondo, popolando il loro blog e i loro canali social. Ma, come precisano, non sono influencer. Linda è graphic designer, fondatrice di diversi studi di grafica e direttrice creativa de Il Lazzaretto. Silvia è un’ex cestista professionista, scudettata con Priolo nel 2000 e ha vestito più volte la maglia azzurra. Dalla pallacanestro è passata al bikepacking, grazie a Linda, compagna di avventure e anche di vita. Nel 2015 hanno deciso di partire in sella per la Patagonia. Sfidando loro stesse in un’impresa memorabile. Con poche conoscenze sulla bici alle spalle e tanta voglia di viaggiare, sono nate le Cicliste per caso. La coppia che ha fatto breccia nel mondo del bikepacking, condividendo racconti unici e dimostrando come la bici può essere non solo un hobby, ma anche uno strumento attraverso cui promuovere grandi cause.  

Cicliste per caso (per scelta)

Cicliste per caso è un appellativo, come spiega Gottardi, che ha cambiato leggermente significato nel corso del tempo. Inizialmente, indicava proprio la casualità che le ha portate a intraprendere il viaggio più memorabile delle loro vite: la Patagonia. Quando sono partite sapevano a malapena come riparare una camera d’aria. Oggi, invece, sono organizzate e sanno bene cosa fare. Canarie, Namibia, Slovenia, Great Divide, sono solo alcuni dei viaggi intrapresi dalle due esploratrici.

Ora sono più cicliste per scelta. Nonostante questo, hanno deciso comunque di mantenere il nome originale, per ricordarsi sempre della bellezza di essere principianti e di meravigliarsi ogni volta che si scopre qualcosa di nuovo. “Per me, in realtà, è sempre così. – aggiunge Silvia – Quando sei in sella, vai alla giusta velocità, né troppo veloce né troppo lento, e hai la possibilità di osservare tutto ciò che ti circonda. Ogni curva è una scoperta, un paesaggio, un profumo. C’è sempre qualcosa di nuovo che mi emoziona ogni volta. Senza dover necessariamente viaggiare in giro per il mondo, ci sono molti posti che si possono scoprire, soprattutto se si pratica la Gravel e si cerca l’avventura off-road, proprio come facciamo noi”.

La bici non solo come hobby

Ad oggi Linda si occupa della scrittura e della grafica, Silvia si fa carico di fotografie e video. Ma perché decidono di documentare i loro viaggi? Un po’ perché è un mix delle loro passioni, un po’ perché i loro lettori non aspettano altro che i resoconti delle loro avventure in sella. Dietro ogni post e articolo si nasconde però un obiettivo più ampio: promuovere cause come la sostenibilità e l’empowerment femminile. Tematiche in cui la bicicletta è simbolo emblematico. Così le Cicliste per caso scorrazzano per le strade di Milano, offrendo un esempio vivente di uno stile di vita sostenibile. Ma la loro avventura va ben oltre i confini della città: intraprendono percorsi lunghi e avventurosi in giro per il mondo, dedicando del tempo a incontri significativi con donne che Silvia definisce “le Alfonsine Strada di oggi”.

La musa delle Cicliste per caso

Alfonsina Strada? “È la nostra musa”, spiega Silvia. Lei e Linda le hanno dedicato un podcast intitolato Io, Alfonsina, e un libro L’Italia in bici sulle tracce di Alfonsina Strada. Nel 1924, Alfonsina Strada fu la prima donna italiana a competere in gare sportive come il Giro d’Italia. Ma la sua importanza va oltre a questa impresa: fu pioniera nella lotta per l’uguaglianza di genere. Ad oggi è un grande esempio, ma “in realtà, Alfonsina era solo una giovane che desiderava seguire le sue passioni”, continua Silvia. “Quando incontriamo donne che, nonostante i pregiudizi e le difficoltà, seguono le loro passioni, vediamo in loro una parte di Alfonsina. E così dedichiamo loro dello spazio nei nostri racconti. Con l’intento di spronare tutte le donne a seguire le loro strade, sfidando qualsiasi difficoltà”.

Grandi tematiche in sella Gravel

L’obiettivo è scuotere gli animi su tematiche ad ampio respiro. Come lo fanno? Stando in sella. E per intraprendere viaggi lunghi e avventurosi, scelgono la Gravel come la loro compagna ideale. “La Gravel è la scelta migliore”, afferma Silvia. “Anche se adesso va di moda, prima di tutto, noi siamo cicloturiste e notiamo che questa bici è davvero la migliore per viaggiare. È leggera, estremamente versatile e si comporta bene su qualsiasi terreno, permettendoti di trasportare agevolmente i bagagli. Non hai bisogno di altre biciclette, basta una Gravel e puoi viaggiare ovunque, partecipare a eventi e persino recarti a lavoro a Milano. È una bici adatta a tutto e a tutti. Inoltre, è divertente e porta con sè questo mood di gioia. Nella maggior parte degli eventi Gravel, non c’è lo stress della competizione. Partecipi per il piacere di farlo, per goderti una birra alla fine e per condividere esperienze”. Silvia e Linda non sono però solo semplici spettatrici, partecipano infatti attivamente a numerosi eventi Gravel. Tra questi, il W! Festival e il Mia Women Ride sono gli incontri più attesi organizzati dalle Cicliste per caso. Il W! Festival sarà un evento di tre giorni, con talk, workshop, musica e una Gravel ride tra colline e mare. Dal 16 al 18 giugno a Pesaro, nella sua prima edizione, saranno numerosi gli ospiti che parleranno di viaggi lenti, sostenibilità ed empowerment femminile, lasciando spazio anche al divertimento. Mia Women Ride, invece, colorerà di rosa la ciclovia AIDA nella sua terza edizione. Si tratta di una gravellata riservata esclusivamente alle cicliste, che si svolgerà dal 22 al 24 settembre, da Verona a Venezia. Offrendo a molte donne l’opportunità di vivere un’esperienza unica e coinvolgente.

Dal parquet all’asfalto

“Lo sport è stato la mia vita, non solo il mio lavoro. A quindici anni giocavo a basket in Serie B. Dai diciotto ho iniziato a livello professionistico. Sono stata cestista professionista per molti anni”, racconta Silvia Gottardi. Ma la sua storia con la bicicletta ha radici ancora più profonde. “In realtà, mi sono avvicinata alla bicicletta ancor prima di iniziare a giocare a pallacanestro. Essendo originaria delle zone trentine, la bicicletta era il mezzo preferito da tutti. Fin da piccola, adoravo girare in sella. A quindici anni, mio padre mi regalò una bici da corsa per aiutarmi a recuperare da un infortunio alle ginocchia. Da quel momento, l’amore per la bicicletta è rimasto latente per molti anni, fino a quando ho conosciuto Linda”. È stato proprio grazie all’incontro con Linda che Silvia ha ripreso in mano quella stessa bici e l’ha rimessa a nuovo. In quel periodo, stava concludendo il suo percorso da atleta nel mondo della pallacanestro, e così, dalla passione di Linda per la bicicletta e dalla sua stessa passione per i viaggi, sono nate le Cicliste per caso.

Sofia Ballico

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