Breve storia del ciclocomputer e del gps per il ciclismo
Fino agli anni 70 i ciclocomputer erano dei semplici contachilometri analogici che attraverso una guaina e un giunto cardanico, segnavano meccanicamente la velocità e i km percorsi. Per arrivare a vedere qualcosa di più vicino agli attuali ciclocomputer, dobbiamo andare ai primi anni 80, quando apparvero i primi ciclocomputer digitali.
Un grosso sensore alla forcella, un magnete fissato ai raggi e un filo che a spirale risaliva la guaina del freno anteriore fino al manubrio dove si collegava ad un piccolo display a cristalli liquidi grande come un orologio da polso, questo erano i primi ciclocomputer “moderni”. Le informazioni erano poche ed essenziali; velocità, km percorsi e media. Solo negli anni 90 venne introdotto anche il sensore che calcolava la cadenza di pedalata. Per vedere montati sul manubrio delle nostre biciclette i primi ciclocomputer gps, dobbiamo però arrivare agli anni 2000, con i primi dispositivi che calcolavano il dislivello accumulato. Un ulteriore passo avanti fù la possibilità di navigazione, prima solo con indicazioni di svolta e successivamente aggiungendo la cartografia. Una vera e propria rivoluzione, avvenuta appena una decina di anni fa.
Oggi, un moderno ciclocomputer gps, ha un peso di qualche decina di grammi, un’autonomia almeno di una giornata e la possibilità di essere interfacciato con il nostro smartphone tramite bluetooth per scaricare nuove tracce, inviare avvisi in caso di incidente, visualizzare messaggi, ecc. Anche i costi dei ciclocomputer gps si stanno progressivamente abbassando, tanto che oggi possiamo acquistarne di ottimi ad un costo inferiore ai 200 euro.
Lo smartphone e la navigazione gps
Fin dalla sua nascita gli smartphone sono stati dotati di un’antenna gps e applicazioni con mappe per la navigazione e la geolocalizzazione. Con gli anni se ne è diffuso l’utilizzo e le app di navigazione sono migliorate al punto di aver sostituito in poco tempo i navigatori gps per le auto.
Dall’auto alla bicicletta il passo è stato breve, così che molte aziende hanno iniziato ad immettere sul mercato specifici sistemi di fissaggio al manubrio.
Pro e contro dell’utilizzo del ciclocomputer gps in bicicletta
Iniziamo a descrivere pro e contro del ciclocomputer gps, perchè anche questo dispositivo può riservare qualche sorpresa.
PRO
- Strumento espressamente studiato per l’attività ciclistica.
- Dispositivo molto leggero e robusto.
- È completamente impermeabile.
- È di ridotte dimensioni.
CONTRO
- Costo impegnativo.
- Curva di apprendimento che può essere complessa.
- Dedicato esclusivamente all’utilizzo in bicicletta.
Pro e contro dell’utilizzo dello smartphone in bicicletta
Un dispositivo pensato per un utilizzo quotidiano come lo smartphone può sicuramente adattarsi ad altri usi, ma con alcuni limiti.
PRO
- Tutti possediamo uno smartphone, quindi l’unico costo da affrontare per usarlo in bicicletta è quello del supporto al manubrio.
- Buona curva di apprendimento, perché è un dispositivo di uso quotidiano che quindi conosciamo.
- Grandissimo display.
CONTRO
- Lo smartphone è il dispositivo che ci permette di richiedere soccorso in caso di incidente. Trovarsi in difficoltà e con lo smartphone senza batteria potrebbe essere un problema, al limite meglio avere due dispositivi separati.
- Lo smartphone non è un dispositivo molto robusto. Anche se protetto da una robusta cover e da pellicola protettiva, risulta comunque fragile rispetto ad un ciclocomputer gps.
- Con un uso intensivo del gps la batteria dello smartphone si scarica molto velocemente e si surriscalda tanto da potersi danneggiare.
- L’esposizione a polvere, fango e urti accidentali è sempre possibile quando si utilizza lo smartphone in bicicletta, ma è la pioggia è il nemico numero uno del nostro dispositivo personale. Nel caso ci trovassimo sotto ad un acquazzone, l’unica cosa che possiamo fare è toglierlo dal manubrio e metterlo all’asciutto. In queste condizioni la navigazione diventa quindi impossibile.
Conclusioni sull’utilizzo dello smartphone o del ciclocomputer gps
Per i neofiti del mondo gravel o per chi normalmente si avventura in uscite di 2-3 ore, lo smartphone può essere il giusto compromesso per iniziare a pedalare in luoghi sconosciuti senza dover affrontare grossi investimenti.
Ma appena la passione per la scoperta e l’avventura inizia a crescere, forse è meglio passare a un ciclocomputer gps, che ci può garantire maggiore affidabilità e la tranquillità di potersi avventurare in territori sconosciuti senza brutte sorprese.
Roberto Pellizzari