15 Agosto 2023

Pedalare in coppia a un evento, come si fa?

Il racconto dei nostri inviati speciali alla seconda edizione della Sportful Dolomiti Gravel: dai tanti fattori da considerare prima della partenza all’importanza di pedalare in gruppo, fino alla serenità e alla consapevolezza che si acquisiscono pedalando, facendo crollare il muro di paure e dubbi

La partenza avviene… prima della partenza. Come sempre, prima di fare qualsiasi cosa, bisogna tener presenti vari aspetti: quello pratico e quello psicologico, ricordandosi che i due sono strettamente connessi. Quando si guarda la locandina di un evento, non sono pochi i fattori da incrociare: dove e quando si svolge l’evento, il costo dell’iscrizione, i vari percorsi che si possono affrontare, le difficoltà dei sentieri e i metri di dislivello, fino ai certificati medici richiesti.
Poi s’inseriscono quelli più personali, in cui si sta attenti alle dinamiche della coppia in quanto tale e si riflette sulle possibilità fisiche, sul quanto si abbia voglia d’impegnarsi, di raggiungere la partenza in auto, dove poter eventualmente riposare, quando e cosa mangiare. La prima cosa da appurare? Se entrambi si ha voglia di buttarsi nella stessa impresa. Non è banale perché, se psicologicamente non si è predisposti a viversi l’avventura, anche il più piccolo imprevisto sembrerà enorme e, un po’ alla volta, andrà tutto a rotoli. Ve lo diciamo per esperienza, perché di rotoloni ne abbiamo fatti tanti, in tutti i sensi.

Vivere le esperienze come tesoro per crescere

Alla Sportful Dolomiti Gravel di quest’anno, abbiamo scelto il percorso Ranger, che consisteva in circa 80 km e 1.300 m di dislivello nella bellissima zona di Feltre. Era il percorso di mezzo, quello non troppo corto e nemmeno troppo lungo. Dobbiamo ammettere che ci sentiamo sempre un po’ “non all’altezza” quando vediamo che ci sono persone che fanno cose incredibili. Bisogna, però, essere onesti con se stessi e vivere le esperienze come tesoro per crescere. Mettersi alla prova e ricordarsi che non si può essere dei campioni dopo due anni che si pratica uno sport o qualsiasi altra cosa. La partenza era il sabato mattina dal bar Prà del Moro, a Feltre. Abbiamo colto il suggerimento di Anna, nel team organizzatore dell’evento, che ci ha aiutati nell’avere informazioni utili: ci siamo accampati con la tenda da auto nell’area camper accanto. Abbiamo, allora, caricato le bici in macchina e siamo partiti il venerdì pomeriggio. Quando siamo arrivati, abbiamo aperto la tenda nel parcheggio indicato e ci siamo rilassati e concessi del buon riposo. Essendo, tuttavia, un parcheggio, c’è stato un grande andirivieni che ha permesso a uno soltanto di noi di riposare beato nel fresco; l’altro, invece, captava qualsiasi movimento nei paraggi, stile sentinella.   Vogliamo premettere che il percorso più lungo prevedeva la partenza, per chi volesse, il venerdì sera/notte, quindi il bar era aperto fino a tardi e la mattina presto. Per questo, ci siamo svegliati con la sensazione di essere in ritardo nella tabella di marcia perché sentivamo altre ruote girare e, dunque, ciclisti arrivare. Poi, non sia mai che le brioches finissero! Dopo esserci preparati e aver fatto una lauta colazione, siamo partiti: tappa timbrino, foto di rito e via!

L’importanza del gruppo

 

I primi chilometri sono su una bella salita: siamo entusiasti ed emozionati. Procediamo bene fino a quando ecco i tratti nel bosco (ci avevano avvisati) in cui si sprofondava per il fango, pieni d’acqua, rami, sassi belli grossi. Qui l’entusiasmo va scemando perché controlliamo il contachilometri e ne abbiamo fatto poco meno di 4 km. Voi come fareste in questi casi? Immaginate di essere fermi perché sì, insomma, non si riesce a passare tanto bene e vedete sfrecciare gente felice che non ha paura di niente, e vi superano ancora, ancora e ancora. E se siete gli ultimi? Non è una gara, vero, però è un momento in cui siamo noi insieme agli altri, quindi diciamocelo chiaramente: tutti ci confrontiamo con l’altro.

 

Arriva un po’ di naturale sconforto. Ma si fa, perché abbiamo deciso di farlo, ci volesse anche tutta la giornata. Scopriamo, così, che il peggio era all’inizio: ci aggreghiamo a una ciurma di ciclisti la cui energia ci ha travolti fin dal primo istante. Abbiamo notato che ogni tanto si fermavano tutti, in gruppo. Si aspettavano. Voglio ripeterlo perché mi sembra magico: si aspettavano. Ebbene sì, non importava la velocità, la prestazione, i traguardi di Strava o Komoot. Per noi è stato incredibile. È curativo vedere riflessa negli altri una delle cose che ci fa più paura, vedere che anche gli altri hanno i nostri stessi limiti, vedere che sono umani, perché è come se dicessimo a noi stessi che, in realtà, non siamo poi così sbagliati.

 

Il nostro spirito è cambiato. Abbiamo notato di avere lo stesso passo di questo gruppone che, sì, ve lo riveliamo, era proprio di Feltre ed era il gruppo Sportful. Siamo stati con loro tutto il tempo. Abbiamo avuto la fortuna di conoscere la signora Laura, in sella da soli due mesi, che ha avuto uno spirito così travolgente e solare che ci ha presentati a Carletto (lei lo chiamava così), il quale ci ha raccontato qualche aneddoto del luogo, a Marco e a tanti altri.

Quando crolla il muro delle paure

Senza accorgercene, siamo arrivati al primo check point: abbiamo bevuto un caffè, lavato la faccia e via ancora. Abbiamo affrontato sentieri scoscesi, visto laghi bellissimi, paesi immersi nella tranquillità della valle di montagna e anche il secondo ristoro è arrivato. Eravamo a più di 50 km fatti su quasi 80 ed era circa mezzogiorno e mezzo. Avevamo caldo ed eravamo affamati ma non stanchi, cioè eravamo consapevoli che da lì alla fine ce l’avremmo fatta senza problemi. E sapete quando davvero si riesce a gustarsi qualcosa? Quando si acquisisce quella serenità dentro che ti rende consapevole che, qualsiasi cosa accada, tu da lì a lì ce la puoi fare benissimo. Allora crolla il muro, quello fatto di paure, preoccupazioni, ansie e inizi a goderti davvero ciò che fai.

L’arrivo era alla birreria Pedavena, dove ci aspettava una festa, tanta birra, sorrisi, una fetta di torta e la bella sensazione nel cuore: quella di sapere e poter condividere qualcosa di bello anche con altre persone, perfette sconosciute, ora amiche.

Alessia Babetto
Raggi Random
Ph. Simone Bressello

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