Mix tra bici da corsa e mountain bike, la bicicletta Gravel è pensata per adattarsi a ogni tipo di tracciato. Una prospettiva stimolante, che sta portando sempre più ciclisti ad avvicinarsi alla disciplina. La novità rappresentata dalla Gravel, però, pone lo sportivo di fronte ad alcuni dubbi, specie se questo è alle prime armi. Uno dei più attanaglianti riguarda la scelta dei pedali, parte integrante di una bicicletta. Liberi o bloccati, scarpe da mountain bike o da corsa? Quali sono i migliori per affrontare questa particolare disciplina? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.
Scegliere il pedale più adatto: le tre tipologie
Per capire quali siano i pedali più adatti alla Gravel, bisogna prima andare a conoscere i candidati. Sostanzialmente, un ciclista che si avvicina alla disciplina ha la possibilità di scegliere tra tre tipologie: i pedali di tipo “flat”, quelli di tipo “SPD” o, al massimo, i pedali “doppi”. I pedali di tipo “look”, invece, molto utilizzati per le bici da corsa, meglio non prenderli in considerazione.
Iniziamo con il chiarire le differenze tra i pedali flat e SPD.
Il pedale di tipo SPD prevede che il ciclista pedali con la scarpa agganciata ad esso. L’aggancio avviene tramite delle tacchette che possono essere regolate in numerose direzioni con una precisione millimetrica.
Il pedale flat, invece, non prevede un aggancio ma, per evitare che la scarpa scivoli, è dotato dei “pin”, ossia di piccoli spuntoni che sporgono dal pedale.
«Consiglierei il pedale flat a chi deve effettuare percorsi nei quali bisogna camminare molto – spiega Emanuele Bellinazzi, titolare di GardaGravel –, come il cammino di Santiago de Compostela o la via Francigena, entrambi percorribili in Gravel. Si tratta di un pedale adatto a chi ha meno dimestichezza con la bici o, comunque, non intende utilizzarla a livello agonistico. Con il pedale libero e la scarpa da ginnastica, infatti, non si possono ottenere le prestazioni di un pedale bloccato».
La scarpa da mountain bike, il giusto compromesso
Se il pedale flat è consigliato per determinati percorsi o per un ciclista senza pretese, per aumentare le prestazioni è necessario passare a quello bloccato. Riguardo alla scarpa da abbinare, la scelta dev’essere pensata in relazione alla natura della Gravel. Pedalando fuori strada, infatti, capita spesso la necessità di effettuare dei percorsi a piedi. In questo caso, l’utilizzo di scarpe da corsa non è dei più consigliati. «Oltre a rovinarle – spiega Bellinazzi –, c’è anche il rischio di scivolare, in quanto si tratta di calzature non adatte a camminare. Secondo la mia filosofia, la scarpa ideale per la Gravel è quella da mountain bike. Quest’ultima, infatti, offre una doppia possibilità: rimanere agganciato alla bici mentre si è in sella e camminare qualora ce ne fosse la necessità. La scarpa da mountain bike, a differenza di quella da corsa, possiede un blocco sotto la suola che permette di effettuare percorsi a piedi».
Un pedale per ogni esigenza
La scarpa da mountain bike, dunque, sembra essere il cavallo migliore su cui puntare. In realtà, la scelta dei pedali rimane qualcosa di estremamente soggettivo. Ogni ciclista possiede, infatti, una storia differente e sono diverse le motivazioni che lo hanno portato in sella. Per questo motivo, parlare di un unico pedale per la Gravel è estremamente riduttivo. «I ciclisti che partecipano ad alcune gare di Gravel che sembrano quasi circuiti di ciclocross – spiega Bellinazzi – solitamente utilizzano scarpe da corsa per aumentare le prestazioni. Questo per dire che non esiste un pedale giusto o uno sbagliato: si tratta di una scelta che dipende unicamente dal tipo di “gravellista”. Per concludere, consiglierei i pedali flat a chi non ha particolari aspettative. Per i ciclisti più esperti, invece, pedale bloccato con scarpe da mountain bike o da corsa, a seconda dei tracciati».
