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6 Aprile 2023

Pneumatici gravel, a che punto siamo?

Uno degli argomenti più dibattuti dagli appassionati di gravel bike è sicuramente quello delle gomme. Le domande classiche riguardano sostanzialmente due fattori: il tipo di disegno e se montarle tubeless o meno.

Tipologia di pneumatici

Da quando la gravel è esplosa, sono aumentate di molto le possibilità di trovare lo pneumatico giusto per la propria gravel bike. Agli albori della gravel, la scelta era limitata a pochi disegni e marche, ma oggi c’è veramente l’imbarazzo della scelta e, a volte, non è semplice districarsi nella selva di marche e modelli in commercio.
Una gravel bike può ospitare pneumatici che partono da 28 mm di larghezza a oltre 2” (quindi gomme da MTB), se i passaggi ruota del telaio lo consentono.
Rimanendo, però, nell’ambito prettamente gravel possiamo classificare gli pneumatici in almeno quattro categorie che sono: slick, ibride, ibride tassellate e per fondi bagnati. Vediamo di descrivere queste categorie nel dettaglio.

Gomme slick da gravel bike

Ormai poco utilizzate, sono gomme da usare prettamente su asfalto e su fondi molto compatti, come ghiaia o terra battuta. Fuori da questi contesti, il loro grip è praticamente nullo. Hanno un’ottima scorrevolezza e, grazie alla sezione abbondante, sono anche molto confortevoli. Purtroppo, appena si incontra un terreno diverso da quello sopra indicato, la gomma entra velocemente in crisi e solo le doti tecniche di guida del biker possono fare la differenza.

Gomme ibride da gravel bike

Forse la gomma più utilizzata in assoluto. Si trova in tantissime sezioni e disegni, ma concettualmente tutte molto simili, con una parte centrale che favorisce la scorrevolezza e una spalla che migliora la tenuta in curva quando pedaliamo in fuoristrada.
Il limite di queste gomme si mostra appena si incontra un terreno bagnato e fangoso, dove grip e tenuta diventano minimi.

Gomme ibride tassellate da gravel bike

Questa categoria di gomme sta prendendo sempre più piede tra gli appassionati. Si tratta di gomme con dei tasselli abbastanza profondi anche nella parte centrale, ma abbastanza ravvicinati tra loro e collocati in modo “ordinato” per favorire lo scorrimento della gomma su asfalto. Ai lati, i tasselli sono molto pronunciati e distanziati per aumentare la presa e scaricare l’eventuale fango.
Questo tipo di pneumatici, a seconda del modello, possono essere il giusto compromesso per chi pratica una gravel “avanzata” dove la percentuale tra asfalto e fuoristrada è almeno del 50% e i terreni possono essere anche impegnativi.

Gomme da terreno bagnato per gravel bike

Non sono moltissime le aziende a proporre questo tipo di gomma, che si differenzia da quelle sopra citate per i tasselli profondi e lontani tra loro in tutto il battistrada. Hanno certamente un ottimo grip su fondi fangosi e bagnati, ma pagano molto in fatto di scorrevolezza, sia su asfalto sia su terreni battuti.

Quale larghezza scegliere per la gomma da gravel bike?

Bella domanda. Possiamo dire che le gomme gravel vanno dai 33 agli oltre 50 mm di larghezza. C’è da sottolineare che, oltre alla tenuta, la gomma di larga sezione assicura anche un buon comfort di guida.
La larghezza della gomma va scelta prima di tutto in base alla propria gravel bike, che potrebbe anche presentare delle limitazioni al momento di accogliere gomme che vanno oltre i 40 mm.
Bisogna anche tenere presente i terreni che frequentiamo di più. Se siamo spesso su asfalto e argini, 35 mm potrebbero essere sufficienti, ma se amiamo le strade di montagna e fare qualche facile single track, meglio orientarci su gomme da 45 mm e oltre.

Camera, tubeless o mousse per le gomme da gravel bike?

Su questo argomento c’è sicuramente da scrivere almeno un articolo dedicato e lo faremo a breve. Vediamo ora i pro e contro di queste due tecnologie.

La camera d’aria per la gravel bike

Un’invenzione vecchia quasi come la stessa bicicletta, la camera d’aria è stata per moltissimo tempo l’unica scelta disponibile per gli appassionati del ciclismo.
Tra i vantaggi della camera c’è sicuramente il fatto che è ormai è una tecnologia consolidata ed economica e che non necessita di appositi cerchi, nastrature e particolari conoscenze tecniche per beneficiarne.
Tra gli svantaggi, le camere d’aria sono molto più esposte alle forature e si possono “pizzicare”, cioè essere schiacciate tra gomma e cerchio e quindi tagliarsi, con la conseguente perdita di pressione. Questo significa che le pressioni di esercizio delle gomme montate con camera devono essere sempre abbastanza elevate, limitando così le prestazioni dello pneumatico in fuoristrada.

Il tubeless per la gravel bike

Si tratta di un sistema che non prevede la camera d’aria. Il cerchio che ospita il copertone è sigillato in modo che l’aria immessa all’interno non fuoriesca dai fori dei nipples e la valvola è fissata sul cerchio. Il copertone utilizzato deve essere tubeless ready e una volta che “tallona”, cioè aderisce sui bordi del cerchio, viene inserito all’interno del lattice liquido che ha lo scopo di chiudere gli eventuali fori.
Il vantaggio del tubeless è di avere la possibilità di poter utilizzare pressioni di esercizio più basse e soffrire di molti meno problemi di forature, visto che quasi sempre si autoripara. Lo svantaggio è che richiede un po’ di manutenzione, perché ogni due mesi circa va rabboccato il liquido sigillante che tende a seccarsi.
Sconsigliato, quindi, il tubeless se si utilizza la bicicletta meno di una volta la settimana.

Roberto Pellizzari
www.intoprealps.com

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