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20 Febbraio 2023

Quando il Monte Zoncolan si può scalare con la Gravel

Considerato il balcone delle Alpi Carniche, il Monte Zoncolan ha qualcosa di magico e di mitico per gli appassionati del ciclismo: anche grazie al Giro d'Italia, più volte passato a queste latitudini.

Sapevi, però, che lo Zoncolan si può scalare anche con la Gravel? Ebbene sì. In questa avventura si sono cimentati gli amici di Gravellata che, attraverso  un percorso sterrato, adatto alla Gravel, hanno raggiunto la cima salendo dal versante est Sutrio, precisamente da una strada nascosta nella frazione di Noiaris.

Un luogo magico per tutti gli appassionati di ciclismo

La cima del Monte Zoncolan, a un’altezza di 1.750 metri, si può raggiungere da tre diversi versanti:

Luca e Andrea di Gravellata hanno affrontato lo Zoncolan su un terreno sterrato, dimostrando come anche la Gravel possa superare una delle salite più dure del mondo delle due ruote.

Con una pendenza media dell’11,6%, del 15% nel tratto tra il km 3 e il km 6 con punte che superano il 20%, la strada che da Ovaro porta fino in cima è considerata una delle salite più dure d’Europa, assieme al versante nord del Passo del Mortirolo e all’Angliru in Spagna.

 

Nell’ascesa al monte Zoncolan in Gravel, si sono cimentati gli amici di Gravellata, che hanno raccontato l’esperienza nel loro blog. Un percorso sterrato che li ha portati in cima salendo dal versante est Sutrio, per una strada nascosta nel paesino di Noiaris.

Una partenza medievale 

I “regaz”, per citare una delle massime di Andrea e Luca, sono partiti da Gemona del Friuli e dal suo centro storico medioevale, dove spicca maestoso il Duomo di Santa Maria Assunta dalle architetture romanico-gotiche. Da qui raggiungono Venzone, un paesino incastonato tra le montagne, raso al suolo dal terremoto del 1976 e ricostruito così com’era nel Medioevo. Fino a qui non s’incontrano difficoltà nel pedalare. E, circondati da questa atmosfera cavalleresca, la Gravel sembra quasi trasformarsi in un destriero. 

Da Venzone a Noiaris

Da Venzone si attraversa il ponte sul Tagliamento. Qui non ci si può non fermare a guardare il letto del fiume e farsi travolgere dal senso di pace e serenità che emana lo scorrere dell’acqua. Dopo aver annullato il peso dei pensieri, si risale in sella più leggeri per raggiungere Noiaris, frazione di Sutrio, versante est dello Zoncolan. Da qui, e in particolare da una simbolica fontana fresca, parte la vera avventura: l’ascesa verso la cima.

Comincia la salita

Il primo tratto di salita è subito sterrato. Uno sterrato piacevole, in cui le gomme della Gravel corrono lisce. La pendenza rimane sempre attorno al 10%, anche quando sembra essere più piana. Si attraversano sentieri immersi nei boschi e, man mano che si sale, il panorama diventa sempre più incredibile. La bellezza di questa salita sta proprio in ciò che ti circonda:  paesaggi incontaminati, che ripagano delle fatiche fatte per completare una salita che difficilmente si potrà dimenticare.

Dalla cima ad Artegna

Arrivati in cima, si ricaricano un po’ le pile prima di scendere verso il Lago di Cavazzo, o dei Tre Comuni, che bagna con le sue acque le pendici dei monti San Simeone, Festa e Naruvint. Incontrando posti abbandonati e affascinanti come una centrale elettrica dismessa, ci si dirige verso Artegna percorrendo un pezzo di FVG3, sigla che indica il percorso della pista ciclabile pedemontana. Questa ciclabile, se percorsa interamente, è lunga 225 km e parte da Gorizia per arrivare a Budoia. È il modo migliore e più ecologico per visitare il Friuli.

 

«In questo giro – spiegano Luca e Andrea – abbiamo riassaporato per davvero il Friuli che conoscevamo: una terra concreta, umile e abitata da persone che sanno aggrapparsi al manubrio e fare fatica. Un nostro amico ce ne aveva già parlato in questi termini e nella nostra esperienza lo abbiamo trovato proprio così».

Pedalare per credere.

2Bros

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