Progetto finanziato dall'Unione Europea
12 Giugno 2023

Una vita in sella in giro per il mondo: la storia di Obes Grandini

Viaggiare per necessità, senza schemi o organizzazione, da solo con la bicicletta verso nuove culture e paesi stranieri.

Nato nel 1952 a Medelana, Ferrara, Obes Grandini ottiene il diploma di ragioniere e inizia il suo percorso universitario. Dopo aver sostenuto solo pochi esami, decide però di ritirarsi. Intraprende poi il servizio militare che completa. Tuttavia, terminato, si confronta con la dura realtà: un lavoro che non gli piaceva. In disaccordo con il futuro che gli era stato prospettato, prende una decisione: scegliere una vita diversa. Sale in sella e parte per l’Irlanda, iniziando così il suo primo dei tanti viaggi. “Mi sembra quasi incredibile ripensare da dove sono partito. In seconda elementare, ero spesso preso in giro dagli altri bambini perché ero l’unico che non sapeva andare in bicicletta”, racconta Obes. “La passione per la bici è nata in un secondo momento, ma quella per i viaggi è sempre stata presente”.

Il primo viaggio in bicicletta

“Ho iniziato a viaggiare utilizzando altri mezzi. Ho collezionato diverse esperienze in vari Paesi europei grazie alla mia macchina. Dopo il viaggio in India, nel 1972, con il mio furgoncino Volkswagen, ho deciso di abbandonare l’utilizzo dei mezzi a motore. Mi sono reso conto che molti luoghi non potevano essere realmente esplorati senza fermarsi per osservarli. Così, la mia esigenza di viaggiare ha incontrato la bicicletta”, continua Obes Grandini. “Avevo accumulato un po’ di denaro da un risarcimento per un incidente in auto. Mi ero trovato di fronte a un bivio: comprare una macchina nuova e continuare con la mia vita o tenere i soldi per viaggiare. Ho scelto la seconda e da lì sono cominciati i miei lunghi viaggi in sella. Sono partito per l’Irlanda, un’avventura che avrebbe dovuto durare un mese, ma in realtà si è protratta per oltre un anno. Nel frattempo ho incontrato molte persone e conosciuto diverse usanze. Lavorando per un paio di mesi, sono riuscito a comprarmi una nuova bicicletta, con la quale ho raggiunto Capo Nord. Dormivo in tenda e tiravo avanti con i risparmi che avevo accumulato. Una volta alla settimana mi recavo in un campeggio per lavarmi e lavare i miei vestiti. Per il resto, riuscivo a cavarmela”.

Esplorare per esigenza

Viaggiare per Grandini è una necessità, non una scelta. Un’esigenza che lo spinge tuttora a esplorare nuove culture e sperimentare lingue diverse. Dopo il suo primo viaggio in Irlanda, non si è più fermato. Ha lavorato per un po’ in uno zuccherificio locale prima di ripartire per un’avventura di sei mesi: da Genova a Tunisi, verso l’Algeria, Sahara, poi sud del Marocco e il ritorno per Spagna e Francia. Obes ha percorso molti viaggi in diverse parti del mondo, sempre in sella alla sua fidata bicicletta.
Potrebbe sorgere spontaneo chiedersi quanta organizzazione stia dietro a itinerari con infiniti chilometraggi, ma per Obes è tutto molto semplice. Parte da solo e non pianifica nulla in anticipo. Decide tutto spontaneamente, avendo chiara solo la possibile meta finale. Un esempio è il suo viaggio verso l’Asia centrale. “Era il 2001, partendo da Medelana sono arrivato in Kirghizistan passando per Slovenia, Bulgaria, Turchia, Iran, Turkmenistan, Uzbekistan.” – racconta –.“Dovevo attraversare lo Xinjiang per raggiungere il Pakistan, andare verso l’India e arrivare in Bangladesh. Poi però ho cambiato rotta e sono passato per il Tibet”.

I racconti dei viaggi

Obes non si limita a essere solo un grande viaggiatore, è anche autore di diversi libri. Durante il suo primo viaggio, lungo il percorso ha incontrato un amico. Quando sono tornati però avevano ricordi diversi dell’esperienza. Da quel momento ha preso la decisione di tenere un diario in cui annotare i luoghi visitati, quelli in cui ha dormito e altre informazioni utili. Col passare del tempo, ha iniziato ad appuntare sensazioni, pensieri ed emozioni legate agli eventi vissuti. Ogni sera, dopo aver lavorato duramente in campagna per l’intera giornata, Obes tornava a casa e riviveva i suoi viaggi attraverso la rilettura del diario. In quel momento si rendeva conto di molte cose che prima dava per scontate o che non aveva pienamente elaborato, come i pericoli affrontati o l’importanza delle persone che aveva incontrato lungo il percorso. Così sono nati i suoi libri: racconti di viaggi arricchiti da indicazioni per i futuri esploratori, ma soprattutto ricchi di emozioni e ricordi significativi.

La vita dovrebbe seguire il passo della bicicletta

Dopo molti viaggi, e nessun pentimento, Obes Grandini, come un tempo, sente ancora l’esigenza di viaggiare. La sua ultima avventura è durata dieci mesi, partendo lo scorso maggio e tornando in Sudamerica. Ha visitato paesi che non aveva ancora visto, come Uruguay, Argentina, Bolivia, Perù, Ecuador e Colombia. L’idea originale era di percorrere un itinerario dall’oceano Atlantico all’oceano Pacifico, ma durante il tragitto ha cambiato rotta, dirigendosi verso l’Amazzonia e passando un mese intero via fiume.
E adesso? “Ora mi vivo la giornata. Percepisco la pensione quindi tutto risulta più facile. Anche se non sono tanti soldi, nei luoghi che visito riesco a cavarmela bene. Affronto i viaggi come un tempo, non mi serve molto: campeggio con la tenda e cerco ospitalità quando necessario. A ottobre mi piacerebbe andare in Nepal e nell’India del Nord, esplorando le montagne dell’Himalaya e visitando la parte del Tibet che non ho ancora scoperto”, confida.  “La bicicletta mi ha insegnato che vivere la vita con calma è fondamentale. Con il ritmo adeguato, è possibile osservare ciò che ci circonda. Ogni tanto, la vita dovrebbe seguire il passo della bicicletta”. 

Sofia Ballico

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