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19 Giugno 2023

20k Ultratrail: una battaglia contro la fatica, armati di Gravel

Torna per la settima edizione il 20k Ultratrail, evento bikepacking unsupported che sfida la forza umana: 1000 km, 25.000 m di dislivello con un tempo limite di… 7 giorni.
20k Ultratrail

28 luglio 1914 l’Impero Austro-Ungarico dichiara guerra alla Serbia: è l’inizio della Prima Guerra Mondiale. 109 anni dopo: 28 luglio 2023. Posate baionette, mitragliatrici e cannoni e armatevi della vostra gravel per la settima edizione del 20K Ultratrail, uno degli eventi unsupported più duri d’Europa: 1000 km, 25.000 m di dislivello, 2 nazioni da attraversare, 7 giorni di tempo per concludere il giro. Una vera e propria battaglia contro la fatica, il meteo e il tempo. La partenza e l’arrivo sono previsti a Pinerolo (TO). Il richiamo iniziale alla guerra non è solo per coincidenza di date. Infatti, la difficoltà del percorso 20k è dovuta all’attraversamento di famose strade alpine militari: il Colle delle Finestre, la strada dell’Assietta e l’Altopiano della Gardetta. Queste sono anche le tappe fisse, presenti in ogni edizione del 20k che, dal 2015 ad oggi, è sempre in evoluzione. Proprio per l’attraversamento delle strade bianche di montagna, il consiglio dell’organizzatore Andrea Collino è di utilizzare pneumatici gravel non inferiori a 40 mm per riuscire a contrastare le pietre che s’incroceranno lungo il percorso. 

Un nome che inganna: è un trail al 50%

Il 20K Ultratrail trova origine nell’esperienza del suo organizzatore. Collino partecipò all’edizione del 2015 della Transcontinental Race, competizione annuale ultra ciclistica tra le più dure in Europa. Quell’anno la distanza era di 4200 km con 35.000 m di dislivello, si partiva da Geraardsbergen in Belgio, fino ad arrivare a Istanbul in Turchia. La particolarità di quell’edizione era il passaggio sulla Strada dell’Assietta. Molti dei partecipanti si trovarono in difficoltà sul punto alpino perché usavano le bici da corsa. “Conoscendo l’Assietta, mi attrezzai con una bici in acciaio e gomme da 28 mm – spiega Andrea –. Riuscii così a terminare la gara e, all’arrivo in Turchia, chiesi ai finisher quale punto fosse piaciuto di più: tutti quanti mi risposero l’Assietta. Da quel giorno si mise a studiare le cartine e le planimetrie dei territori intorno a quella famosa strada militare. Il risultato fu la nascita della prima edizione della 20K Ultratrail: 700 km e 20.000 m di dislivello”. Proprio da questo ultimo dato prende il nome la competizione che, tuttavia, molto spesso inganna chi ci s’imbatte per la prima volta. “La prima cosa a cui si pensa è una mezza maratona in montagna, ma non è questo il caso” specifica Andrea. Oggi, il 20k è giunto alla settima edizione. Negli anni è cresciuto sempre di più fino a diventare l’anno scorso un percorso ad anello di 1000 km e oltre 25.000 m di dislivello. Il terreno che si affronta è misto: si va dall’asfalto a strade bianche, sterrate, single track e sentieri alpini. La fatica è molta e il riposo è poco durante i 7 giorni dell’evento. Viene definito un trail al 50% perchè solamente la metà degli iscritti, di norma, riesce a completarlo. 

Dalla montagna al mare, attraversando la Luna

Oltre ai grandi classici, come la strada dell’Assietta, la Via del Sale o il Colle delle Finestre, il 20k attraversa molti sentieri meno conosciuti ma davvero particolari. È il caso del gruppo dell’Oronaye. Situato lungo la linea di confine tra Italia e Francia, sulle Alpi Cozie, è un percorso ciclo-alpinistico che porterà i partecipanti in territorio francese. Qui si affronteranno il Parpaillon, il Col de Valbelle e l’Izoard che offrono panorami spettacolari. In particolare, il Colle del Parpaillon è famoso per la strada sterrata panoramica e suggestiva, che attraversa un tunnel abbandonato, il Tunnel del Parpaillon. Dal canto suo, il Col de Valbelle è celebre per le sue viste mozzafiato sulla natura circostante come il Parco Naturale Regionale del Queyras  e per essere stato nel 2014  tappa del Tour de France. A proposito di Grande Boucle, l’izoard è spesso protagonista della corsa a tappe transalpina, con le sue iconiche forme rocciose, conosciute come “Casoar” o “Cappello dell’Izoard”. Il successivo rientro in Italia non è, però, da meno poiché affronterà i Monti della Luna, che fanno parte del gigantesco comprensorio sciistico della Via Lattea. Una vera e propria traversata lunare che porterà i partecipanti nuovamente in Piemonte. 

Riccardo Magagna

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