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24 Aprile 2023

Dalla Corsa Rosa alla Gravellata

Due mondi contrapposti, la corsa e la Gravel, trovano un punto d’incontro nella terra del Soave, dove presente e passato si fondono a Monteforte d’Alpone.

Un tuffo nel passato

Soave, provincia di Verona, terra del vino omonimo e dal ricordo medievale. Paesaggi maestosi e atmosfere magiche, ma per gli amanti del ciclismo questo borgo ricorda qualcosa in più. Due nomi, due città, l’ultima tappa e qualche polemica. Era il lontano 1984 quando Soave-Verona fu la crono finale che portò Francesco Moser a guadagnare su Laurent Fignon quei 2’24” che lo condussero poi alla vittoria del Giro D’Italia. La Corsa Rosa che fece discutere. Un duello combattuto a lungo tra il trentino e il francese, che si concluse con la media dei quasi 51 km all’ora di Moser, un volo che gli valse la vittoria della sessantasettesima edizione. Ebbene, dopo quasi quarant’anni, l’inizio di quella epica frazione finale diventa la seconda tappa di un percorso ad anello di due giovani illustratori. 78 km, la passione condivisa per la bici e un amore in comune: la Gravel.

Il giro delle Tre Valli

Luca e Andrea sono due giovani ragazzi, uniti dalla passione per il ciclismo e dallo stesso lavoro. Sono illustratori e nel tempo libero amano stare all’aria aperta, immersi nella natura e soprattutto in sella alla loro bici. E da strade che percorrono spesso fanno nascere percorsi che poi mettono a disposizione di tutti. Dopo il tragitto sul Monte Zoncolan, al quale abbiamo dedicato un articolo, oggi parliamo del giro delle Tre Valli: Valle Tramigna, Val Illasi, definita come “labirinto di ghiaia”, e la Val d’Alpone anche lei ricoperta di strade bianche, anche se più selvaggia. In attesa della imminente Veneto Gravel i “regaz” si allenano qui, nelle zone a portata “di giro da casa”. Se questi tracciati li hanno attraversati già molte volte un unico percorso per la sola Gravel è una novità.

Il percorso

Un anello di 78 km e 1630 metri di dislivello. La partenza del giro proposta è a Montebello Vicentino. E dopo aver lasciato la macchina si può iniziare a pedalare. Si partirà in modo graduale, da un primo tratto pianeggiante per poi raggiungere Monteforte d’Alpone accompagnati da paesaggi suggestivi e dal ricordo della Corsa Rosa del 1984. Percorrendo Via Vittorio Veneto, si uniranno presente e passato e i due mondi contrapposti: quello della corsa e quello della Gravel. Da qui si spingerà verso Soave, dove l’inizio dell’ultima tappa, quasi quarant’anni fa, ha avuto inizio. In questo anello però si passerà più in alto, più precisamente toccando il Castello Scaligero. Dopo averlo lasciato alle spalle si proseguirà in salita tra la Val d’Illasi e la Val Tramigna. E, tra una discesa qua e la, si costeggerà il Castello d’Illasi cambiando paesaggi: da distese di vigneti a quelle di ulivi e ciliegi. Qui ci si inoltrerà sullo sterrato che condurrà a Croce del Vento, per poi raggiungere il punto più alto del percorso. Inizierà poi il rientro, che attraverserà il paese di Bolca. Un ritorno da non sottovalutare perché i su e i giù saranno continui e anche tosti. Tra i più difficili c’è proprio l’ultima salita, a Passo della Mona, dove, dopo averla superata, ci si potrà rilassare e tornare in discesa verso la pianura. Ci si ricongiungerà poi a Montebello concludendo così il giro. Anche se il chilometraggio sembra basso, non bisogna però cadere in inganno. Non è un giro semplice. È un percorso da non sottovalutare: “spesso si sale in doppia cifra ed in quattro-cinque punti del giro le pendenze in salita superano il 20% (qualche tratto al 24%)”, spiegano i ragazzi nel loro blog (leggi l’articolo). Il fondo che accompagnerà l’anello “non è tecnico il che lo rende un percorso adatto anche per chi ha Gravel con coperture scorrevoli. Consigliamo, per divertirsi e correre senza badare troppo al terreno, delle coperture comprese tra 40-45mm. Se si guida bene e con attenzione lo si può percorrere anche con un setup da 38mm su cerchio da 700c”.

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