Dopo aver parlato del dilemma delle piste ciclabili e delle modalità di trasporto della bici in treno, è tempo di analizzare un altro hot topic che spesso genera dibattito e crea confusione: auricolari e ciclismo possono andare a braccetto?
Musica, podcast, audiolibri. O, semplicemente, le indicazioni del gps che segnala il percorso da seguire. Durante le uscite in bici, molti ciclisti indossano un paio di cuffie e approfittano dell’allenamento per ascoltare ciò che più piace. Ma è sicuro e consentito usare le cuffie durante un viaggio in bici?
Auricolari in bici: occhio alla sicurezza
Quando si parla dell’utilizzo di auricolari mentre si pedala le questioni da considerare sono:
- l’aspetto legale, con riferimento alle normative vigenti e alle infrazioni in esse menzionate;
- la sicurezza del ciclista e degli altri utenti della strada.
Quando indossiamo gli auricolari in bici, specialmente se si tratta di modelli realizzati appositamente per isolare dai suoni esterni, avremo una concentrazione ridotta sull’ambiente circostante. Per muoversi in sicurezza nel traffico, non bastano solo input visivi, ma anche l’aspetto acustico riveste una grande importanza. Indossando cuffie o auricolari, c’è il rischio di attenuare segnali importanti come il clacson di un’auto, il campanello di un tram o l’avvertimento vocale di un pedone. Ecco perché è buona norma, secondo gli esperti, evitare di indossarli quando ci si muove in sella alla propria bicicletta, specie nel traffico cittadino. Alcuni studi hanno evidenziato come l’utilizzo degli auricolari aumenti di ben 4 secondi il nostro tempo di reazione. Questo comporta un problema per la sicurezza non solo nostra, in quanto potremmo non accorgerci di pericoli o imprevisti, come per esempio l’arrivo di un cane o un’automobile, ma anche dei pedoni o altre bici in prossimità. Lo stesso vale quando ci troviamo in mezzo ad un bosco o in zone poco trafficate, perché potrebbe sopraggiungere un escursionista e non avremmo il tempo per fermarci o schivarlo.
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Cosa dice il Codice della strada?
Per fare chiarezza sull’aspetto legale, dobbiamo consultare il Codice della strada¹. L’articolo 173 comma 2 dichiara consentito: “l’uso di apparecchi a viva voce o dotati di auricolare, purché il conducente abbia adeguate capacità uditive ad entrambe le orecchie, che non richiedono per il loro funzionamento l’uso delle mani”. Quando si parla di “conducente”, ce lo ha confermato il comandante Alessandro Rigolon, della Polizia locale di Montecchio Maggiore, s’intende colui che sta alla guida di un veicolo. E i velocipedi sono inclusi in questa categoria. Dall’articolo 173 si evince che l’uso di entrambi gli auricolari risulta vietato (e punibile con una multa che va dai 165 fino a 660€), ma se, anziché due, ne usiamo uno solo permettendoci di percepire gli stimoli esterni dall’orecchio libero, stiamo mettendo in pratica regolarmente le normative.
La conduzione ossea: l’alternativa pratica per pedalare sereni
Secondo la legge, dunque, l’utilizzo di un singolo auricolare sia che si stia guidando un’automobile, sia che si stia pedalando, è consentito. Certo è che, accedendo solo a metà dello stimolo, l’esperienza uditiva sarà ben diversa da quella offerta dalla coppia di auricolari. Per non parlare del fatto che il Codice della strada, anche ammettendo l’auricolare singolo, prescrive che il conducente “abbia adeguate capacità uditive ad entrambe le orecchie”. Quest’ultimo aspetto riapre le porte all’interpretazione, e potrebbe crearci problemi nel caso in cui incontrassimo un agente troppo zelante. C’è, allora, un modo sicuro per ascoltare musica senza il rischio di incorrere in sanzioni? La risposta è affermativa. La ricerca e le innovazioni tecnologiche hanno fornito un’alternativa molto interessante per ovviare al problema del come ascoltare la musica in bici. Si tratta delle cuffie a conduzione ossea. Oggi siamo abituati a utilizzare cuffie in-ear o over-ear che, però, sfruttando il canale uditivo, non permettono di percepire i rumori esterni. Nate non solo come cuffie per bici o per lo sport in generale, le cuffie a conduzione ossea sfruttano per la propagazione del suono le ossa della mascella e della mandibola. Appoggiando i due auricolari, uniti da un archetto, poco sotto “l’ingresso” del padiglione auricolare, i suoni sotto forma di vibrazioni bypassano il timpano arrivando direttamente al canale uditivo medio. Successivamente raggiungono la coclea, la parte più interna dell’orecchio, incaricata di trasformare l’informazione in impulsi nervosi comprensibili al cervello umano.
La gravel dice sì alla conduzione ossea
Se vi state chiedendo, dunque, che auricolari comprare per rendere le vostre uscite in bicicletta sicure e pratiche, anche nella gestione di musica, o di improvvise telefonate che non potete ignorare, le cuffie a conduzione ossea sono la scelta migliore. Queste, infatti, presentano numerosi vantaggi rispetto alle cuffie tradizionali. Oltre a essere decisamente comode, in quanto wireless, uno dei benefici è dato dall’opportunità di percepire tutto ciò che avviene attorno a noi e prevenire incidenti o spiacevoli inconvenienti. Realizzate con telai avvolgenti e personalizzabili a seconda della vestibilità, le cuffie a conduzione ossea sono uno strumento perfetto soprattutto per chi fa attività dinamiche e vuole massima libertà di movimento e consapevolezza dello spazio attorno a sé. In più, le cuffie a conduzione ossea, non andando a sollecitare il timpano, evitano le lesioni causate dal volume troppo alto del suono.
Conduzione ossea fa rima con Shokz
La prima azienda a portare sul mercato cuffie sportive dotate di tecnologia a conduzione ossea è stata Shokz², marchio americano nato nel 2011 e considerato leader mondiale nell’elettronica di consumo. Attraverso l’innovativo sistema e un design smart e lineare, le cuffie Shokz permettono un’esperienza d’ascolto in sicurezza, anche e soprattutto quando le si indossa per lo sport all’aria aperta. Il modello più venduto è OpenRun (versione a ricarica rapida di Aeropex). Vediamone le caratteristiche:
- Sono leggere, grazie al rivestimento in silicone e al design aerodinamico.
- Sono adatte a sport dinamici: il telaio avvolgente in titanio garantisce una vestibilità sicura che rimane ferma e stabile durante qualsiasi allenamento.
- Suono stereo ampio e cristallino, grazie alla tecnologia all’avanguardia rielaborata PremiumPitch™ 2.0+.
- Standard di impermeabilità, che protegge da schizzi d’acqua e sudore.
- Funzione di ricarica rapida, con cavo magnetico e autonomia della batteria fino a 8 ore.
Non ci siamo, però, accontentati delle informazioni presentate dal brand e le abbiamo provate.
Pollice in su per le Shokz OpenRun³
Prima nota positiva per l’utilizzo in bicicletta di queste cuffie è che la forma dell’archetto non interferisce con il casco o con il suo para-nuca. Pertanto la vestibilità risulta ottimale, anche con i diversi tipi di casco con cui le abbiamo testate. Un piccolo appunto va al pulsante per rispondere al telefono e per accendere o spegnere la musica che, con i guanti chiusi da mtb, o con i guanti invernali, non è molto intuitivo nell’azionamento. Nulla, comunque, che non si possa superare con un po’ di abitudine. Pollice in su anche sul fronte della durata della batteria: durante le nostre uscite, anche le più lunghe, le OpenRun non ci hanno mai lasciato a piedi. Al contrario, ci hanno dato la sensazione che la durata possa essere addirittura superiore alle 8 ore dichiarate.
Resa sonora a prova di sicurezza
La resa sonora non è a livello delle migliori cuffie classiche, in quanto pecca leggermente in termini di percezione della spazialità, tuttavia è garantito un suono limpido e pulito che permette, anche con le cuffie a tutto volume,di percepire i rumori provenienti dalla strada. Pertanto non si prova mai quel senso di isolamento dalla realtà che può anche essere ricercato e piacevole nella sicurezza della nostra casa o nei trasferimenti sui mezzi pubblici, ma che nel traffico può diventare fattore di rischio. Altro pregio delle cuffie in oggetto è la conversazione telefonica. Alla normale andatura di crociera potrete rispondere alla chiamata senza dover urlare per farvi sentire. Un po’ più di difficoltà la potreste trovare in situazione di forte vento o in discesa, ma in questo caso, forse, è meglio rimanere totalmente concentrati sulla guida.
Alice Tonello
NOTE
¹ Art. 173 comma 2 e 182 comma 2, Codice della strada (D.Lgs. n. 285/1992)
² Shokz realizza diversi modelli di cuffie a conduzione ossea, in base alle necessità dell’utente.