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29 Gennaio 2024

Diario di una neofita: la scelta della bici

Vi presento Gravel ALU, la mia nuova compagna a due ruote.

Nello scorso episodio di questa “rubrica del principiante”, ci eravamo lasciati con un’interessante visita biomeccanica nel laboratorio di Luca Bramati, ex campione di ciclocross. Come vi avevo raccontato, in questo ambiente mi sono sempre mossa da matricola, in punta di piedi, principalmente riportando tutto ciò che i più esperti o i professionisti mi rivelano sul gravel e le loro chilometriche imprese. A quanto pare, tuttavia, è davvero arrivato il momento di abbandonare carta e penna e di attraversare quel ponte che collega lo spettatore allo spettacolo, in modo tale da diventare anch’io parte attiva di quest’ultimo… insomma, tocca a me montare in sella.

Liotto: le due ruote nel DNA

Mi trovo, infatti, davanti alle porte di Cicli Liotto, negozio storico di Vicenza nato nel 1922 grazie a Luigi Liotto, ex bersagliere che decise di fare della sua passione per la bicicletta una vera e propria attività. Luigi piantò il seme di un albero che ad oggi cresce rigoglioso, annaffiato prima dal figlio Gino e ora dai nipoti Pierangelo, Doretta e Luigina. Una squadra-famiglia conosciuta, inoltre, in quanto organizzatrice della Granfondo Liotto Città di Vicenza, competizione che vanta ben 23 edizioni, e che tornerà protagonista anche nel 2024 con la seconda edizione di Aquila Gravel. È proprio questo affiatato team che ha confezionato la mia prima bici, rendendo finalmente palpabili tutte le misurazioni di Bramati. Il momento di conoscere quella che sarà la mia compagna d’avventura è finalmente arrivato: si tratta di una Gravel ALU, “modello perfetto – mi spiega Pierangelo – per chi è alle prime pedalate, in quanto molto versatile”.

Gravel ALU: la prima bici non si scorda mai 

Come vi raccontavo nello scorso articolo, non sono mai stata una grande appassionata o esperta di biciclette. La maggior parte delle cose che conosco riguardanti il mondo del ciclismo le ho apprese per Gravel Magazine e grazie ai numerosi incontri con ciclisti e cicloamatori. Ammetto, però, che quando Pierangelo mi ha mostrato la bici che ha customizzato apposta per me, si è acceso un entusiasmo inedito. Faccio, quindi, conoscenza con ALU e appena sento questo nome non posso che sorridere per la fatalità del gioco di parole: l’ALU di Ali.. suona quasi poetico. Oltre all’allitterazione noto divertita la scelta dei colori, un verde militare opaco, molto instagrammabile, e dettagli giallo fluo che, al contrario, rendono il tutto molto più professionale di quanto potrò mai diventare io. Pierangelo ferma il mio flusso di pensieri riportandomi alla realtà, elencando una serie di caratteristiche tecniche che sono costretta a segnarmi per non dimenticare:  

  • “Telaio solido ma leggero, in alluminio 6061, nonché predisposto all’applicazione futura di borse per bikepacking e parafanghi mentre riporto sotto dettatura queste parole mi scappa una risatina: bikepacking? Io? Forse non ha capito che se farò 10 km senza morire sarà già tanto –
  • forcella in carbonio con serie sterzo interno – ok, forcella…fammi pensare… è quel tubo che abbraccia la ruota davanti… sì, ci sono – 
  • manubrio drop, 40 cm di larghezza – faccio un cenno col capo per mostrare di aver afferrato il concetto e permettergli di proseguire –
  • gruppo di cambi Sram Apex 11v, che dispone di tecnologia DoubleTap per ottenere un cambio morbido con un solo movimento – questo lo annoto senza aver davvero capito di cosa parli, ma decido di non bloccarlo con la mia ignoranza –
  • trasmissione monocorona, che permette maggior leggerezza senza rinunciare al range di rapporti,
  • freni idraulici, un plus non scontato, poiché non usuale nelle bici per principianti (che di solito sono meccanici) – ok, questo me la ricordo dalla teoria per la patente dello scooter: freni idraulici=frenata meno brusca, quindi minor rischio di incidente.. la cosa mi tranquillizza –
  • cerchi Ursus e pneumatici WTB Resolute 700×42. Questo modello di pneumatico –prosegue Pierangelo notando la mia faccia confusa– presenta dei tasselli molto vicini al centro per aumentarne la scorrevolezza, e distanti tra loro sui lati per migliorare l’aderenza su terreni morbidi”.


Infine, aggiunge che la sella montata è una SMP VT20C; vi riporto qui anche questo dettaglio, nel caso in cui foste curiosi e sicuramente più ferrati di me. Terminata la carta d’identità di quella che a quanto pare sarà la mia nuova compagna di avventura, non resta che toccare con mano alcune di queste informazioni, sperando finalmente di riuscire a comprendere meglio tutti i tecnicismi.

Testa bassa e pedalare

Ebbene, a quanto pare non ci sono più scuse: è davvero arrivato anche per me il momento di sperimentare il (freddo, anzi gelido, vista la stagione invernale) brio del ciclismo. Metabolizzata questa notizia, Pierangelo toglie la ruota posteriore e issa la mia ALU sui rulli, per fare un check di tutte le misure e per controllare la mia pedalata. A questo proposito, Liotto mi spiega di aver optato per dei pedali flat, in modo tale da permettermi di prendere confidenza con la bici durante le mie prime uscite. Purtroppo, questo “comfort” non durerà a lungo, passando, infatti, velocemente al modello a sgancio rapido, per aumentare la performance e per avvicinarmi in tutto e per tutto all’allenamento delle “gravelliste vere”. Se c’è una cosa che mi ha sempre tenuta lontana dalla bicicletta è proprio la sensazione di costrizione dei pedali a sgancio rapido: il mio fidanzato esce da sempre con la bici da corsa, e dunque con le scarpette agganciate ai pedali, e mi ha raccontato di diverse brutte cadute durante le quali è rotolato sull’asfalto in un disastroso tutt’uno con la bici. Cerco di scacciare il terrore dagli occhi e tiro un sospiro di sollievo, per il momento i miei piedi saranno liberi. Devo solo trovare un modo furbo per far desistere Liotto dal cambiarmi i pedali appena avrò “preso confidenza”.

Aggiustata la distanza sella-manubrio e verificata la postura, Pierangelo mi spiega un aspetto fondamentale, con il quale dovrò familiarizzare al più presto: l’uso del cambio. Come menzionato nella lista delle specifiche, nella mia bici è stato montato un gruppo Sram Apex 11v (monocorona, dunque più facile da gestire) che, per spiegarlo in “lingua neofita”, mi permette di cambiare rapporto attraverso una sola leva, posizionata vicino al freno di destra. Premendo leggermente la leva passo ad un rapporto più lungo, mentre premendo a fondo faccio salire la catena al rapporto più corto, che mi permette una pedalata più agile. Una volta assimilato il meccanismo (dopo averlo ripetuto a mente almeno una decina di volte), e fatta una prova freni per capire il corretto posizionamento delle mani sulla drop bar, Doretta mi consegna una borsa contenente l’abbigliamento ufficiale, un completo invernale firmato Liotto-Nalini, realizzato appositamente per me e per questa nuova avventura. All’outfit, però, dedicherò un articolo a parte, così come alla scelta delle scarpe e degli accessori vari ed eventuali.

Adesso non ho davvero più scuse.  Non mi resta che salire in sella e a testa bassa iniziare a pedalare.

LEGGI ANCHE: Pedali flat vs Pedali a sgancio rapido

Alice Tonello

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