3 Gennaio 2024

Pedali flat Vs pedali a sgancio rapido

Perché i primi non sono un'alternativa ai secondi?

Il gravel sta diventando sempre di più la modalità di accesso al ciclismo da parte di chi, escluse brevi esperienze giovanili (dai 3 ai 6 anni solitamente) decide, spinto/a da amici, fidanzati e conoscenti, di inoltrarsi nella disciplina. Ma per pedalare, oltre alla bici, servono i tre punti di connessione fra il ciclista e il suo mezzo:

  • sella, 
  • manubrio,
  • pedali. 


Di
sella e manubrio abbiamo già parlato. Non resta, dunque, che concentrarci sui pedali. Si tratta dello strumento attraverso il quale trasferiamo la forza esercitata dalle nostre gambe alla ruota della bicicletta per permettergli, così, di avanzare. 

Ma che tipo di pedale è consigliato per il gravel? I pedali moderni si distinguono in due macro famiglie: i cosiddetti “flat” e i pedali a sgancio rapido, questi ultimi suddivisibili a loro volta in pedali strada e pedali MTB. Esclusi, per ovvi motivi, i pedali strada, per la pratica del gravel rimangono i pedali flat e i pedali MTB. Ma siamo davvero sicuri che i primi siano da considerare? In realtà, mentre in alcune pratiche della MTB, specialmente in ambito gravity, questi possono essere una valida alternativa, nelle specialità endurance, fra cui si inserisce il gravel, i pedali flat hanno una ragione di esistere solo nelle prime pedalate dei neofiti. Questo principalmente perché permettono di appoggiare il piede a terra più velocemente in caso di difficoltà. Purtroppo, tuttavia, pagano uno scotto particolarmente elevato sia in termini di efficienza, sia in termini di ergonomia della pedalata.

Ma vediamo di approfondire.

Pedali flat e Pedali a Sgancio rapido

  • I pedali flat sono simili a dei pedali normali, sono realizzati in alluminio o plastica speciale, presentano una forma piatta e possono essere dotati di pin, cioè piccoli grani o viti sulla superficie che fungono da “denti” per migliorare il grip della scarpa, così da garantire l’aderenza del piede in qualsiasi situazione di guida.


I pedali a sgancio rapido (generalmente chiamati SPD in riferimento allo standard più diffuso, inventato da Shimano) si usano con scarpe apposite che si agganciano al pedale tramite una tacchetta posta sotto la suola. Il sistema di ritenzione della tacchetta è costituito generalmente da un meccanismo a forchetta o a gabbietta e una molla; è concepito per aprirsi con la rotazione del piede sull’asse orizzontale.

Pedali flat, pro e contro

I flat sono i pedali più semplici da usare, ma anche loro, se vogliamo la sicurezza e il grip, richiedono scarpe dedicate con una suola particolarmente morbida. Usando scarpe con una suola morbida e senza tacchetta si ottiene un efficiente assorbimento degli urti, la possibilità di camminare tranquillamente e il vantaggio di poter togliere o posizionare il piede “al volo” in caso di necessità. I flat, per essere utilizzati al meglio, richiedono più tecnica dei pedali SPD. Bisogna usare molto le caviglie e in caso di stanchezza, rigidità, scarpe o pedali poco performanti è possibile perdere il contatto col pedale sui terreni più dissestate. È necessario, inoltre, fare molta attenzione a come si pedala, in quanto una posizione errata dei piedi fa perdere efficienza ed ergonomia e i pedali flat non danno un riferimento preciso dove posizionare il piede sul pedale. La spinta su un pedale flat va data sempre utilizzando l’avampiede, ma non è una posizione che viene naturale al neofita. Inoltre con i pedali flat possiamo solo spingere sul pedale, pertanto usiamo solo una gamba alla volta e solo i distretti muscolari direttamente coinvolti nel gesto atletico. La pedalata risulta quindi meno fluida e più dispendiosa.

LEGGI ANCHE: Diario di una neofita: diventare gravellista pedalata dopo pedalata

Pedali a sgancio rapido: pro e contro

Spesso i neofiti sono molto restii ad adottare i pedali SPD, in quanto l’idea di essere agganciati alla bici può sembrare pericolosa e dare poca fiducia. Pertanto, in questo caso parleremo prima dei contro e successivamente degli argomenti a favore.

Innanzitutto, per acquisire il movimento di rotazione della caviglia (necessario per sganciare il pedale) serve un certo periodo di pratica. Stesso discorso per quanto riguarda la fase di riaggancio dopo uno stop o durante una sezione tecnica: a seconda del tipo di pedale potrebbe essere difficoltoso trovare subito il punto esatto sotto al piede. Ancor più, in caso di molto fango o neve, lo spazio intorno alla tacchetta si riempie di detriti e rende l’aggancio difficoltoso. Spesso è sufficiente sbattere le scarpe sul pedale un paio di volte per poter riagganciare, ma, ovviamente, soprattutto per chi è alle prime uscite in sella, il gesto è meno immediato ed istintivo.

Ma, allora, perché passare ad un pedale a sgancio rapido?

I pedali a sgancio offrono una migliore efficienza in pedalata. Ciò comporta una guida più rilassata perché si è sicuri della connessione pedale-scarpa e un miglior controllo della bici, anche con una frequenza di pedalata alta. Il pedale a sgancio rapido porta benefici nel tecnico in salita, in discesa durante le staccate e nei tratti molto sconnessi. Inoltre, solo con i pedali a sgancio rapido possiamo effettuare una pedalata rotonda al 100%, utilizzando tutti i muscoli di entrambe le gambe nell’azione propulsiva. Senza dimenticare, poi, l’ergonomia. A fronte di una maggiore difficoltà di aggancio il pedale a sgancio rapido, il piede è “costretto” a mantenere la corretta posizione, evitando dolori articolari ed altre complicazioni.

Per riassumere quanto detto, se non vi sentite sicuri sulla vostra gravel potete tranquillamente iniziare con dei pedali flat. Tuttavia, appena avrete raggiunto un buon feeling con essa, il consiglio per sfruttare a fondo la vostra bici, è di passare ai pedali a sgancio rapido. Dopo un iniziale periodo di adattamento vi renderete conto che non potrete più farne a meno.

Alessandro Scotti

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