L’attività gravel è spesso sinonimo di lunghe distanze. Con un mezzo che può affrontare lunghi tratti asfaltati e cavarsela bene in fuoristrada, è normale che le uscite in gravel bike diventino delle lunghissime pedalate anche di più giorni. Ma per stare in sella tante ore “con piacere”, bisogna tenere conto di una serie di fattori che non sono solo l’allenamento e la corretta alimentazione. Vediamo quali sono.
Il posizionamento sulla gravel bike
Una posizione in sella non corretta può trasformare una piacevole uscita in bicicletta in una vera e propria tortura. Ecco perché, ancora prima di scegliere la bicicletta, andrebbe fatta una visita biomeccanica che rilevi le nostre misure biometriche da consegnare al negoziante così che ci consigli la bicicletta della giusta misura. Successivamente dovremmo tornare dal biomeccanico perchè ci posizioni correttamente in sella alla nostra nuova fiammante gravel bike. Al contrario di quanto si possa immaginare, la posizione in sella non è “per sempre” ma va rivista di tanto in tanto per adattarla alla nostra mutata situazione fisica. Infatti, quando iniziamo a pedalare, la nostra posizione è più eretta e la sella leggermente più bassa per dare modo al nostro fisico di adattarsi ad una nuova situazione senza caricare troppo le articolazioni. A mano a mano che il nostro corpo si adegua allo stare in sella molte ore, dovremmo apportare (con la consulenza del biomeccanico) delle correzioni alla nostra posizione per renderla sempre più performante.
LEGGI ANCHE: Diario di una neofita: diventare gravellista pedalata dopo pedalata
La sella per la gravel bike
Sono cinque i punti di contatto con la bicicletta, il più delicato è senza dubbio quello tra soprasella e sella. Spesso la scelta della sella avviene con il classico consiglio dell’amico, consiglio che spesso si rivela poco utile ed economicamente disastroso. Il motivo è semplice, ognuno ha delle misure diverse e di conseguenza larghezza, forma e lunghezza sella ideali devono essere scelte in modo soggettivo.
La sella “giusta” è fondamentale per passare lunghe giornate in bicicletta senza soffrire. Trovarla non è semplice e con i costi non proprio economici delle selle di qualità, meglio farsi aiutare da un professionista. La cosa migliore da fare è, quindi, recarsi in un negozio di biciclette che sia attrezzato per il bike fitting e che disponga di selle test. Una volta che il negoziante, attraverso una serie di parametri e misurazioni, avrà individuato la larghezza delle nostre ossa ischiatiche, ci fornirà una sella test che potremo utilizzare per alcune uscite. Solo una volta individuata la sella giusta faremo poi l’acquisto.
LEGGI ANCHE: Sella Gravel: cosa c’è da sapere
L’abbigliamento per il gravel
Affrontare oltre 100 km in bicicletta, significa molte ore in sella. L’abbigliamento è importante perché deve essere comodo e non generare fastidi. Una maglia troppo stretta, un pantaloncino che “si muove”, un fondello non adeguato, sono compagni di viaggio poco graditi. Quando si affrontano lunghe distanze meglio evitare di “sperimentare” mettendo il nuovo pantaloncino o la scarpa che abbiamo utilizzato per sole due uscite. Meglio andare sul sicuro utilizzando capi già lungamente testati. Un’importanza particolare viene ricoperta dal fondello che deve essere studiato per le lunghe distanze e per le sollecitazioni del gravel. Questo tipo di fondelli di solito è realizzato con particolari materiali che migliorano il comfort e consente di stare in sella per molte ore senza problemi.
Se pensiamo di partecipare ad eventi di più giorni meglio prevedere un cambio di abbigliamento e lavare i capi ogni giorno, soprattutto il pantaloncino, per ridurre i rischi di infiammazioni e conseguenti infezioni batteriche alla zona del soprasella.
La preparazione mentale propria e degli altri
Allenarsi per le lunghe distanze significa fare uscite di molte ore per molti giorni a settimana. Per fare questo dovremo rinunciare a qualche attività sociale, soprattutto se abbiamo una famiglia. È quindi importante preparare i propri cari alla nostra assenza, al fatto di non poter essere presenti soprattutto il fine settimana, spiegando che questa situazione sarà solo per un determinato periodo di tempo e che si cercherà di minimizzare l’impatto sulla vita familiare. Con questi presupposti non dovrebbe essere difficile arrivare ad un accordo.
Le uscite per allenare le lunghe distanze in gravel bike
Se stiamo preparando un evento di più giorni in bikepacking, dovremmo prevedere 2-3 uscite alla settimana che possono superare anche le 5-6 ore, e questo per un periodo di tempo che potrebbe essere di 3-4 mesi.
Due allenamenti a settimana dai 40 agli 80 km e un lungo la domenica che superi i 100 km, potrebbero essere un buon modo per arrivare preparati ad un evento di più giorni.
All’avvicinarsi alla data dell’evento le uscite dovrebbero servire anche per sperimentare abbigliamento, attrezzatura, borse, disposizioni dei carichi, ecc.
L’alimentazione per le lunghe distanze
L’alimentazione è fondamentale per le lunghe distanze, non solo mentre le percorriamo, ma anche quando le stiamo preparando. Un corpo bene alimentato non arriva mai al punto di rimanere senza benzina. Mangiare in modo vario, assumendo la giusta quantità di macro e micro nutrienti è fondamentale, come lo è anche assumere molti liquidi e molta frutta e verdura fresca durante la giornata. Non esageriamo con le proteine, che per essere ben assimilate dal nostro corpo hanno bisogno di essere assunte nella corretta quantità.
LEGGI ANCHE: Dal panino al gel: l’alimentazione del ciclista dagli anni ’70 a oggi
Il bikepacking per il gravel
Con la diffusione del gravel, il bikepacking, ovvero la modalità “snella” di trasportare i bagagli in bicicletta, ha preso velocemente piede tra gli appassionati. Prima del bikepacking la soluzione per viaggiare in bicicletta erano i panier, grandi borse da appendere ai lati della bicicletta che andavano bene su ciclabili e strade bianche, ma che mostravano tutti i limiti appena si affrontavano dei sentieri.
Il bikepacking nasce nei primi anni 2000 quando gli appassionati di trail, eventi di più giorni in mtb che si svolgono anche su sentieri di montagna, iniziarono ad autocostruire delle borse da collocare sul manubrio o dietro la sella delle loro mtb, così da riuscire ad affrontare i sentieri di montagna con un maggior controllo del mezzo.
Caricare le borse da bikepacking è “un’arte” che si basa su tre principi:
- portare solo l’indispensabile;
- collocare le cose più pesanti in basso;
- disporre il bagaglio a seconda dell’utilizzo durante la giornata.
Portare solo l’indispensabile
Soprattutto all’inizio la scelta di cosa portare e cosa no, può essere un bel problema. Tutto sembra indispensabile e alla fine non si riesce più a far stare il bagaglio nelle borse. Il bikepacking è comodo senza dubbio, ma ha un volume limitato e l’esperienza è sicuramente d’aiuto nel processo di saper scegliere quale bagaglio è indispensabile e quale sarebbe invece solo un peso in più da portare. Non è lo stesso fare un evento gravel o un viaggio in bicicletta che andare in ferie con la famiglia, le necessità sono diverse e il tempo per “oziare” è decisamente poco quando si pedala.
Collocare le cose più pesanti in basso
Il bikepacking tende ad alzare il baricentro della bicicletta perché le borse sono collocate in alto, sul manubrio e sotto la sella. Per migliorare un po’ questa situazione possiamo agire su alcuni fattori. Attrezzi per le riparazioni, cibo, acqua e tenda, sono le cose più pesanti che ci portiamo in viaggio. Cerchiamo quindi di riporle nei punti più vicini al suolo della nostra bicicletta che sono la “terza borraccia” (quella sotto il tubo obliquo) dove possiamo riporre gli attrezzi che possono facilmente raggiungere 1 kg di peso. Per l’acqua possiamo ricorrere ai due classici alloggiamenti ed eventualmente agli steli della forcella. La tenda, che può anche essere suddivisa tra supporti e telo, può trovare posto sugli steli della forcella oppure nella borsa da telaio, dove potremmo mettere anche il cibo più pesante.
Disporre il bagaglio a seconda dell’utilizzo durante la giornata
Durante un viaggio o un evento gravel di più giorni, la maggior parte del tempo la passiamo pedalando. Dobbiamo quindi pensare a come collocare il nostro bagaglio a seconda dei tempi di utilizzo. Materiali per la notte e cambi di abbigliamento, andranno senza dubbio in fondo alle borse, visto che li utilizzeremo solo alla fine della giornata. L’abbigliamento per la pioggia andrà collocato invece in un luogo facilmente accessibile, così da indossarlo appena iniziano le prime gocce. Gli snack da mangiare mentre si pedala andrebbero invece messi in un luogo facilmente accessibile come anche il powerbank e i cavi per ricaricare gps e telefono.
LEGGI ANCHE: Niente letargo: si pedala anche con il freddo
La bicicletta per le lunghe distanze
Qualsiasi gravel bike va bene per percorrere lunghe distanze, anche se ci sono biciclette più adatte di altre. Quasi tutte le aziende ormai propongono nei loro cataloghi due tipologie di gravel, le gravel race e le gravel da bikepacking. Le prime più prestazionali possono essere utilizzate anche per il bikepacking, ma sono meno comode. Le seconde sono invece pensate proprio per viaggiare, quindi con geometrie più rilassate, hanno la possibilità di montare gomme più generose e attacchi per gli accessori. Tra i materiali per il telaio, quello più indicato per le lunghe distanze è sicuramente l’acciaio, ma anche una gravel in alluminio o carbonio si presta ai viaggi. Alcune aziende propongono dei sistemi di smorzamento delle vibrazioni per le loro gravel, questi sistemi possono fare la differenza quando passiamo molte ore in sella perché affaticano meno la muscolatura di braccia e schiena.
Le sospensioni della gravel bike sono gli pneumatici, più aria contengono e più assorbono le asperità del terreno. Il mercato delle gomme da gravel bike si è molto evoluto negli ultimi anni e ora possiamo trovare coperture di generose dimensioni, quindi adatte ai tratti in fuoristrada, ma allo stesso tempo scorrevoli su asfalto.
Conclusioni
Le lunghe distanze nel gravel sono di norma affrontate per godere dei luoghi che visitiamo e della natura che ci circonda, più che per la prestazione. Una buona preparazione ci permette senza dubbio di fare molti km e dislivello al giorno, ma soprattutto di arrivare alla meta prestabilita con ancora un discreto livello di energia per goderci il momento e affrontare le fatiche del giorno successivo con il sorriso.