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19 Aprile 2024

Diario di una neofita: questione di pedali (e di cadute)

Storia di una neofita e di come imparò a pedalare con lo sgancio rapido senza finire a terra.

Ebbene sì, cari lettori e care lettrici del “Diario di una neofita”, il 5 maggio si avvicina velocemente e con lui anche l’Aquila Gravel, una sorta di battesimo del fuoco che determinerà il mio futuro da gravellista… insomma, se sopravviverò o se sarà un tale trauma da farmi appendere la gravel al chiodo

Prima di preoccuparmi della manifestazione, però, l’obiettivo è quello di arrivare tutta intera, evitando di “lasciarci la pelle” ad ognuno dei miei giri di allenamento. Dal giorno in cui ho fatto conoscenza con la mia Liotto Alu, infatti, ogni weekend (o quasi) è stato dedicato a pedalare. Come vi accennavo nei precedenti appuntamenti, le prime uscite sono filate tutte lisce, addirittura mi stavo iniziando a divertire… C’era, tuttavia, un trucco: pedalavo sui flat. 

Pedali flat Vs Sgancio rapido

Come ricorderete, Pierangelo (di Cicli Liotto) al momento di consegnarmi la bicicletta mi aveva spiegato di aver optato per un inizio “morbido”, per permettermi di prendere confidenza con la mia nuova compagna di viaggio e, solo più avanti, passare al modello a sgancio rapido (SPD), il più comune. Per chi di voi fosse nuovo nel settore, i flat sono i pedali più semplici da usare: simili ad un pedale classico, non si agganciano alla scarpa e questo rende, sia a livello fisico che psicologico, la pedalata più confortevole. Nel caso di frenata improvvisa o di semplice perdita dell’equilibrio, infatti, mettere il piede a terra avviene d’impulso e difficilmente si cadrà.

Ecco, purtroppo i pedali flat non sono i pedali più performanti, se parliamo in termini di pedalata. Questo perché, innanzitutto, la posizione del piede sul pedale non è costantemente controllata, come lo può essere con i ganci, e ciò comporta un alto rischio di perdita di efficienza ed ergonomia. Con i pedali flat, inoltre, la spinta viene data dall’avampiede, con un grande utilizzo della caviglia e ciò, se fatto male, può portare a dolori e affaticamento. Last but not least (anzi, è il motivo principale per cui, nel duello tra flat e SPD, vincono sempre i secondi), con i flat possiamo solo spingere sul pedale, lavorando sempre ed esclusivamente con una gamba per volta. Questo determina un movimento meno fluido e decisamente più dispendioso.

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Tutti giù per terra

“Fidati Alice –mi aveva detto Pierangelo dopo aver visto la mia espressione di rifiuto – una volta abituata allo sgancio rapido non potrai più farne a meno, e vedrai addirittura i risultati in termini di fatica e performance”. Il lato teorico mi aveva talmente convinta che non appena mi sono resa conto di aver familiarizzato a sufficienza con la bicicletta, ho acconsentito al passaggio ai pedali a sgancio rapido. Nel mio caso, sono stati montati un paio di Shimano PD M520, che si trovano tranquillamente online a 30€ e, nonostante il basso costo, mi dicono essere di ottima qualità, perciò perfetti per i neofiti come me… che, con tutta la buona volontà, di spendere i miliardi non hanno alcuna intenzione.

Potete facilmente immaginare quanto possa essere durato il mio entusiasmo che, anzi, si è ben presto tramutato in terrore. Perché? Perché avere i piedi bloccati significa puntualmente (se non si fa abbastanza pratica nello sgancio) finire per terra. 

Indovinate un po’? Io ormai sono diventata la maestra del “tutti giù per terra”.

Asfalto, sassi e addirittura fango bagnato, il mio corpo, per fortuna provvisto di un buono strato di tessuto adiposo o muscolare ad attutire il colpo, ha assaporato da vicino tutte le conseguenze del cambio pedali.

Try, try, try

Come scriveva la cantante americana P!nk in una delle sue canzoni più celebri: “You’ve gotta get up and try, try, try”. Devi alzarti e provare, in poche parole. Lo stesso vale anche e soprattutto per lo sport. Chiaramente, nessuno nasce imparato, così, almeno, diceva il grande Totò… e per affinare un’abilità è necessario tanto allenamento e tanta tanta pazienza. Non vi mentirò: ho maledetto in più occasioni il giorno in cui decisi di inoltrarmi in questa avventura. Ad oggi, però, col senno di poi e con qualche km in più macinato con i piedi agganciati sugli SPD, devo dire che inizio a comprendere quello che Liotto intendeva, e che di fatto è ciò che ogni ciclista può confermare. I pedali a sgancio rapido sanno essere dei grandissimi bast***i, ma se sai come sfruttare le loro potenzialità si rivelano degli ottimi alleati.

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